Verstappen vola con la nuova Red Bull: oltre un secondo ai rivali sulla pista di Sakhir

Giovedì 22 Febbraio 2024 di Giorgio Ursicino
La Red Bull RB20 di Max Verstappen sulla pista di Sakhir in Bahrein

È iniziata la stagione 2024 di Formula 1.

Sarà la più lunga ed impegnativa della storia. Con 24 gare che inizieranno sulla pista di Sakhir, alla periferia di Manama capitale del Bahrain sabato 2 marzo, per concludersi, quasi 10 mesi dopo, domenica 8 dicembre sul tracciato di Yas Marina, ad Abu Dhabi, negli Emirati Arabi Uniti, sempre nella calde acque del Golfo. Ieri, per la prima volta, le nuove monoposto si sono ritrovate tutte insieme proprio sul circuito isolano che la prossima settimana ospiterà l’avvio del “tour de force” della velocità. I test pre-stagionali del Circus si sono ridotti man mano che è lievitato il calendario ed ormai sono concentrati in soli 3 giorni per ottimizzare gli spostamenti. Le vetture moderne si progettano al computer e vengono provate e sviluppate fra la galleria del vento e il simulatore.

Quando le auto arrivano sull’asfalto, il lavoro è quasi terminato, serve solo verificare che il progetto stia insieme e che i dati strumentali coincidano con le verifiche sul campo. Proprio per questo l’andatura lascia il tempo che trova e fino a che il cronometro non diventerà ufficiale è estremamente difficile individuare i reali valori in campo. Troppe le variabili che si miscelano con la pretattica. I responsi più veritieri, in fondo, sono le espressioni dei piloti e gli umori degli ingegneri, ancorati a doppio filo al comportamento dei bolidi. Ieri, fra rastrelli montati e smontati dietro e davanti alle ruote per valutare gli andamenti dei flussi, i piloti si sono incolonnati però più o meno nell’ordine in cui si è conclusa la stagione.

Prima la Red Bull del cannibale, poi la McLaren di Norris, quindi la fiammante Ferrari SF-24 di Carlitos Sainz che sta per iniziare l’ultimo giro di giostra in sella al Cavallino: nel 2025 lo dovrà consegnare a sua maestà Hamilton che, alla veneranda età di 40 anni, ha deciso di migrare a Maranello. Fra le grandi manca la Mercedes, ma è presto per sbilanciarsi, vale quanto detto sopra. In questi test i team possono schierare una monoposto soltanto e quindi i driver si alternano. Otto squadre hanno deciso di mandare in pista un pilota al mattino, l’altro il pomeriggio. Due solo ne hanno lasciato al lavoro uno soltanto, risparmiando l’altro per l’impegno di oggi. In totale si sono infilati nell’abitacolo 18 driver, Hamilton e Perez sono rimasti a guardare perché Mercedes e Red Bull hanno utilizzato Russell e Verstappen, le due “prime guide”.

Tutti gli occhi sono stati puntati sul team 3 volte campione del mondo che lo scorso anno ha lasciato solo le briciole agli avversari (21 vittorie su 22 gare). L’astronave austriaca è stata svelata per ultima, il 15 febbraio (anche di sera), ma mago Newey ha subito fatto un ribaltone per infiammare l’atmosfera. Al “reveal” aveva sorpreso tutti dando l’impressione di voler copiare il concetto abbandonato dalle Frecce d’Argento con i radiatori verticali accostati alla scocca. In Bahrein, invece, ha tirato fuori dal cilindro la sua filosofia esasperata, introducendo soluzioni ideate dalla Ferrari. SuperMax, in realtà, è stato un fulmine dando oltre un secondo a Lando con la papaia. Gli altri, guidati da Sainz, sono tutti più vicini.

«Vanno proprio forte», si è lasciato sfuggire Toto Wolff ammirando le performance della RB. L’ingente lavoro fatto dal geniale progettista britannico sembra sia dovuto al fatto che ha plasmato la RB20 in anticipo poiché lo scorso anno non c’è stato bisogno di sviluppare la RB19 tanto era superiore. Alcuna nuvole, però, aleggiano sulla squadra e gira una voce insistente che entro la settimana potrebbe essere costretto a lasciare Chris Horner per il trattamento scorretto della dipendente. In Ferrari lavoro di routine e sguardi di molti puntati su Lewis che ha cuore e mente divisi fra due scuderie, il passato e il futuro.

Ultimo aggiornamento: 23 Febbraio, 08:39 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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