Uno Schumacher sulla Ferrari.
La moglie di Schumacher: «Michael ci ha sempre protetti, ora noi proteggiamo lui»
Proprio Leclerc è stato contagiato due volte (a stagione ferma) ed anche il Re Nero nel 2020 si infettò e dovette saltare una corsa sostituito dall'arrembante Russell. In realtà, nessuno si augura che Schumino debba esordire così all'improvviso, forse nemmeno lui. Una F1 semisconosciuta non è facile da domare. Il Cavallino sulla carrozzeria, poi, annebbia la vista dall'emozione. Nel 2022, inoltre, scenderanno in campo le nuove monoposto ad effetto suolo, molto più performanti sul veloce che richiederanno un diverso approccio alla guida. Mick, fisicamente, ricorda molto papà, ma nel motorsport (e forse anche nella guida) ha uno stile diverso. Molto più pacato e meno estroverso. La differenza non è nei risultati, ma nel carattere, nella personalità: dirompente quella del genitore sette volte Campione del Mondo come Hamilton. Nelle formule minori il figlio ha vinto più del padre che però evitava la pianificazione e si buttava come un pit bull a guidare qualsiasi mostro gli capitasse a tiro. Mick, invece, ama programmare ed avvicinarsi al limite in progressione. Michael, sembrerà strano, non ha vinto molti campionati prima di sbarcare in F1. Il rampollo ha vinto tutto, prima in F3 poi in F2. Sempre al secondo anno, però, dopo aver studiato la situazione e preso le giuste misure.
Il papà fu battuto da talenti meno splendenti del suo: Mika Salo in Formula Ford, Karl Wendlinger in F3. La sua ferocia, però, faceva paura. Lui sì che sarebbe stato in grado di salire a bocce ferme su una Ferrari. Lo precedeva la fama delle imprese impossibili più dei risultati che da ragazzo non teneva molto in considerazione attratto dalla voglia di bruciare le tappe. A vent'anni salì su quell'astronave di Mercedes Endurance, vinse in Messico insieme al vecchio Jochen Mass ed ottenne il giro più veloce in gara alla prestigiosa 24 Ore di Le Mans. Michael, un tipo duro senza paura. Mick, un ragazzo educato che riesce ad essere il migliore. Quest'anno, sfortunatamente per lui non è mai riuscito ad arrivare fra i primi dieci con la monoposto americana.
IL PROGRAMMA DI BINOTTO
A confermare il programma è stato Mattia Binotto durante l'incontro natalizio. In realtà, il terzo pilota del Cavallino, era e resterà, Antonio Giovinazzi, più grande ed esperto di Mick, quindi in vantaggio nella gerarchia dell'Academy di Maranello che si preoccupa di far crescere i piloti di domani. Il pugliese al termine di questa stagione è stato appiedato dall'Alfa Romeo che, anche per interessi di sponsor, gli ha preferito Zhou Guanyu, primo cinese in F1. La Ferrari non ha certo abbandonato Antonio, anzi il Team Principal di origini svizzere ha detto che farà di tutto per reinserirlo visto che alla fine del 2022 scadranno ben 11 contratti. Così Giovinazzi avrà il massimo supporto, sarà l'uomo del nuovo simulatore e gli è stata concessa deroga di conservare l'istinto agonistico partecipando al Mondiale di FE con la Dragon Penske.
Quando Antonio sarà impegnato con le monoposto silenziose (11 concomitanze) il terzo pilota sarà Mick che, per contratto, è pronto a lasciare la sua Haas se la Scuderia italiana avesse bisogno.