Roma, il volo di Spinazzola. Corsi, scatti e sorrisi: 3 assist in due gare, Mou se lo gode (e Mancini lo aspetta)

Leo lo scorso anno si è goduto la vittoria in Conference e qualche briciola del finale del passato campionato. Si è sentito appena appena vivo. Ma del terzino volante che un anno prima era stato avvicinato e lusingato dal Real Madrid, nemmeno l'ombra e per colpe non sue

Sabato 25 Febbraio 2023 di Alessandro Angeloni
Roma, il volo di Spinazzola. Corsi, scatti e sorrisi: 3 assist in due gare, Mou se lo gode (e Mancini lo aspetta)

Oggi Leonardo si guarda allo specchio e rivede se stesso. È tornato a disegnare calcio, a danzare sul pallone, ad accarezzare l'erba: prima col Verona, poi Salisburgo. Due notti magiche. È tornato soprattutto a sorrirede e a regalare gioie ai compagni, firmando assist, che poi sono i piaceri della (sua) vita. Perché di gol - nonostante le sue attitudini da attaccante - ne ha segnati davvero pochi in carriera. Meglio puntare su altro e la missione è perfettamente riuscita: nella Roma solo tre reti, di cui due alla Fiorentina e uno all'Inter, in passato un gol con la maglia dell'Empoli e uno col Siena. Ma oggi si torna a parlare di lui, a magnificarlo come quando incantava l'Olimpico e non solo durante le notti magiche azzurre: se ne parla tra i tifosi, al bar, sui social, lo ha citato anche Carlo Verdone, con il suo meccanico, un episodio svelato con un post su Instagram il giorno dopo Roma-Salisburgo ("Ore 8,00. Colazione da Roberto "Er modifica". Caffè e chiacchierata sulla Roma. Argomento più discusso la rinascita di Spinazzola.

Buona giornata a tutti", le parole del regista-attore).

LA RISALITA

Spinazzola è tornato quindi un argomento, per tutti. Leo lo scorso anno si è goduto la vittoria in Conference e qualche briciola del finale del passato campionato. Si è sentito appena appena vivo. Ma del terzino volante che un anno prima era stato avvicinato e lusingato dal Real Madrid, nemmeno l'ombra e per colpe non sue, bensì di un destino malvagio che lo insegue da sempre ma che mai gli ha ucciso il sorriso e la voglia - sempre - di ricominciare. Si parla di Spina, quello che va veloce, quello che anticipa le azioni. Andava velocissimo un po' di tempo fa e poi ha dovuto frenare ancora, ma ora ha ripreso a correre, sembra un treno. È felice e quel sorriso è tornato a illuminargli il viso come una volta. José Mourinho ha rivisto lo Spina vero, passo doppio e la fuga verso l'assist (tre nelle ultime due partite, più quello a San Siro contro l'Inter), Roberto Mancini ritroverà il suo Spina (assist nella sua penultima apparizione in azzurro, a Cesena contro l'Ungheria), quello che all'ultimo Europeo aveva incantato e poi pianto e ora è pronto a tornare nella lista dei convocati azzurri per i match di fine marzo con Inghilterra e Malta: Leo spera che il ct gli regali proprio il match con la nazionale dei Tre Leoni al Maradona dopo aver saltato la finale di Wembley. Proprio all'Europeo 2020, Leonardo si era visto frantumare un sogno, l'ennesimo, proprio a un passo dal match conclusivo: nella notte di Monaco di Baviera il 2 luglio del 2021, quarto di finale, un'altra partita sublime, poi i saluti: tremenda rottura del tendine d'Achille, proprio quando stava per diventare uno dei migliori, se non il miglior, calciatore del torneo. Sipario. La corsa lunga e felpata si ferma, il sorriso si spegne e lascia spazio alle lacrime. La notte di Monaco è dolce per l'Italia, che batterà il Belgio, ma per Leo si apre un dramma, solo in parte ammorbidito dalla vittoria finale dell'Italia, che tutti i compagni gli hanno voluto dedicare. Un dramma, un altro ancora, dopo la rottura del crociato quando vestiva la maglia della Juventus.

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La storia di Spinazzola nella Roma è un tormento, troppe le salite e non solo per gli infortuni che hanno rischiato di compromettergli la carriera. Ma per fortuna per lui, il carattere lo ha sempre aiutato a rialzarsi, pure quando era stato praticamente ceduto all'Inter in cambio di Politano. Era stata una idea del ds Gianluca Petrachi, era tutto fatto, poi a Milano decisero di rispedirlo nella Capitale, fidandosi poco delle sue condizioni fisiche. E lui, come se nulla fosse, si è rialzato, andando oltre l'umiliazione. L'anno più duro è stato quello passato, con la lunga riabilitazione dopo l'intervento in Finlandia dal professor Lasse Lempainen, il lavoro in solitaria e i continui controlli che sembravano degli esami andati male. C'è stato il momento di sconforto, quando il tendine non reagiva e tutto sembrava tremendamente complicato. «Mi prendeva lo sconforto quando non vedevo i risultati del lavoro e sbattevo la testa sul muro. Ma ormai è passato», ricordava Spina qualche tempo fa. Ora c'è solo il futuro, che Leonardo non deve temere più.

 

Ultimo aggiornamento: 13:03
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