Roma, l'ora delle scelte: il gm ​Pinto frena sul mercato di gennaio

Mercoledì 17 Novembre 2021 di Stefano Carina
Roma, l'ora delle scelte: il gm Pinto frena sul mercato di gennaio

«Mercato? Non possiamo creare delle grandi aspettative perché sappiamo tutti com’è il mercato di gennaio». In anticipo sulla tabella di marcia, Tiago Pinto mette le mani avanti. Della serie: inutile aspettarsi voli pindarici, rivoluzioni o fuochi di artificio alla voce entrate. La Roma interverrà ma «trovando le soluzioni giuste per mantenere l’approccio sostenibile e allo stesso tempo migliorare la squadra».

Un intervento, quello del general manager a Sky, volto ad abbassare l’attesa che stava montando in città. Speranza in realtà alimentata da Mourinho che a più riprese ha evidenziato come la «rosa non sia all’altezza delle altre squadre», «non sia migliorata rispetto alla passata stagione», «non sia da considerare da quarto posto», priva com’è di un terzino destro, un centrocampista e un difensore centrale. 

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Tuttavia Pinto, quando gli viene fatta notare la distonia tra il progetto Under 25 paventato da lui stesso in estate e la richiesta di esperienza sbandierata da José nel post-Venezia, dipinge un quadro senza apparenti sbavature: «Non è certo il momento di mettere in discussione il progetto e la strategia e ancora meno la leadership di Mourinho. Credo si sia costruita questa immagine di José perché lui ha allenato le migliori squadre del mondo e questi club magari non hanno lo stesso progetto che ha la Roma. Ma non sarebbe stato possibile prendere un allenatore come lui se non fossimo stati allineati nella strategia. Noi sappiamo che non possiamo creare un instant team come altri fanno. Questa non è una valutazione critica ma la verità. Perché ci sono tanti progetti sportivi, alcuni vanno per una strada, altri verso un’altra». L’importante è che Mourinho, come Pinto assicura, viaggi sulla stessa lunghezza d’onda del connazionale. Perché la serie di provocazioni e considerazioni lanciate nell’ultimo mese («Bruno Peres e Juan Jesus sarebbero stati utili»; «Al Milan se esce Kjaer entra Romagnoli, nell’Inter c’è Dumfries al posto di Darmian, nella Juve Danilo e de Ligt...»; «Ho dovuto far giocare Darboe e poi Villar, ricordo che contro il Milan quando loro erano in difficoltà è entrato Tonali») mal si conciliano con le rassicurazioni del gm. Che tuttavia rilancia: «Mourinho si sta dedicando a sviluppare un giocatore come Felix, oppure altri come Darboe e Calafiori. José non solo è consapevole ma è allineato con questo nostro pensiero. Tante volte va a vedere le partite della Primavera, ha chiamato tanti giocatori per gli allenamenti della prima squadra, fa un lavoro personalizzato con loro per svilupparne al meglio le qualità. Più che la mia parola contano i fatti. Felix è soltanto la faccia visibile di questo impegno, ma poi ci sono Missori, Tripi, Volpato... Vogliamo vincere con questa strategia». Nemmeno sulla questione arbitrale: «Non cerco alibi ma anche a Venezia siamo stati sfortunati come è accaduto nell’ultimo mese»

Torna così ad essere centrale la parola «tempo»: «Lo sapevamo tutti, io, Mourinho e la proprietà che ha ereditato una situazione economica difficile nel club, con esigenze finanziarie che come voi sapete continuano a sostenere costantemente. Ma anche dal punto di vista sportivo abbiamo trovato una situazione che aveva bisogno di tempo per cambiare. Mi riferisco alla rosa, alla mentalità. Questo progetto ha bisogno di più finestre di mercato per completare una squadra che sappiamo che per un allenatore ambizioso come Mourinho mai sarà completa (sorride ndr). Ma è importante chiarire che fra di noi non ci sono diverse voci, noi parliamo con una sola voce». Che è quella consapevole che con 418,4 milioni d’indebitamento finanziario e un aumento di capitale che vedrà l’immissione di altri 75 milioni entro dicembre 2022, la crescita necessita essere graduale. Pinto lo ha ribadito ancora una volta. Ora tocca a José prenderne atto. Non solo a parole. 
 


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