Alla fine eccole lì, ancora insieme.
IL RITORNO
Nel girone di ritorno, la Lazio ha totalizzato 28 punti, la Roma 27. Camminano insieme. Orma su orma. I pregi dell'una che sono i difetti dell'altra: la Roma segna poco, appena 55 gol, ottavo attacco della A, mentre più della Lazio (70 reti) ha segnato soltanto l'Inter (74); ma dietro, la Lazio è una mezza frana, 53 reti incassate e undicesima difesa del torneo, mentre la Roma, con 40, è la sesta. Quindi siamo lì, tra equilibri e disequilibri cambia poco, quindi era fatale che si arrivasse a questa volata per il quinto posto lunga 270 minuti, gli sguardi in tralice, i veleni in circolo. Sprint impronosticabile, come gli altri duelli della serie A, dallo scudetto alla retrocessione. Conterà la gamba, più che il pregresso. Le energie residue. Le motivazioni degli avversari.
IL FATTORE
Tutte cose che non si possono prevedere, oggi. Potrebbe però giocare un ruolo fondamentale il fattore-Conference League, perché in questa fase della stagione risparmiare fatiche è fondamentale almeno quanto segnare gol. E la Roma ha una partita in più rispetto alla Lazio, anzi spera che siano due: il ritorno col Leicester e la finale di Tirana, che si giocherà tre giorni dopo la fine della A. Impegni che potrebbero pesare, e che sulla carta darebbero un piccolo vantaggio alla Lazio. Quanto al calendario, entrambe hanno un paio di avversarie battibili che però poi bisognerà battere (Venezia e Torino per la Roma, Samp e Verona per la Lazio) e un impegno difficile: la Roma a Firenze (4 giorni dopo il Leicester, la Lazio in casa della Juventus alla penultima. Sarà una volata col fiato sospeso, tra polemiche che già imperversano. Gemelli coltelli. La città freme.
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