Per ricordare una finale europea bisogna tornare con la mente a 31 anni fa quando la Roma partecipava alla Coppa Uefa e arrivò a giocarsi il trofeo contro l’Inter di Trapattoni.
La Roma di Mourinho prima di approdare a Tirana, dove il 25 maggio le due migliori si giocheranno tutto, deve prima eliminare il Leicester, club inglese decimo in Premier League, ma con un organico che fa gola allo Special One. Si tratta della terza semifinale europea giocata dalla Roma negli ultimi quattro anni: quella di Champions contro il Liverpool nella stagione 2017/2018, lo scorso anno con il Manchester United in Europa League e quella di stasera. Nelle due precedenti i giallorossi sono stati sbattuti fuori a suon di gol. Gli avversari erano di gran lunga più forti e solo un miracolo avrebbe consentito alla Roma di disputare la finale. Oggi il discorso è differente, perché il livello tecnico delle due squadre non è poi così lontano.
Leicester-Roma, ecco l'avversario: se non c'è Vardy ci pensa Maddison, attenti a quei due
Certamente la Premier è un campionato più allenante, Brendan Rodgers ha una rosa più completa e preparata, ma la Roma ha dalla sua parte José Mourinho. Un allenatore che sa come si vince, un tecnico che ha fatto dei trofei il suo biglietto da visita e che ieri, alla vigilia della gara, ha detto: «Se arrivi in semifinale e non arrivi in finale, significa poco. Se siamo qui dopo i punti fondamentali lasciati per strada in Serie A, allora significa che dobbiamo prenderci questa semifinale con due mani e lottare fino in fondo». Motivazioni che ha già trasmesso allo spogliatoio e ai tifosi che nella gara di ritorno all’Olimpico del 5 maggio, hanno già fatto registrare il tutto esaurito. Una bolgia che spingerà i giallorossi verso la finale.
© RIPRODUZIONE RISERVATA