Lazzari: «Dobbiamo darci una svegliata in campionato. La Nazionale è un sogno, ma prima c'è la Lazio»

Le parole di Manuel Lazzari in conferenza stampa

Venerdì 1 Dicembre 2023 di Valerio Marcangeli
Lazzari: «Dobbiamo darci una svegliata in campionato. La Nazionale è un sogno, ma prima c'è la Lazio»

In assenza della conferenza di Sarri, alla vigilia della sfida contro il Cagliari si è presentato Manuel Lazzari nella sala stampa di Formello. Ecco come si è espresso il terzino della Lazio.

Cosa lascia la vittoria col Celtic?

«Speriamo ci lasci tanta energia e adrenalina per rilanciarci in campioanto dove siamo in ritardo.

Nemmeno noi sappiamo perché siamo così altalenanti. Il passaggio del turno, mai scontato in Champions, è importante per noi e per la società, ma già domani ci aspetta una gara da dentro o fuori col Cagliari che dovremo affrontare come il Celtic».

Ora il tuo percorso è completato per diventare terzino? E sulla Nazionale...

«Ho fatto tutta la mia carriera da quinto. Col mister mi sono dovuto adattare i primi due anni perché si tratta di un altro ruolo e un altro calcio. Ora mi sento molto meglio e si vede perché penso più a difendere che ad attaccare, come vuole Sarri. Sono cambiato veramente tanto in questo. Fare il difensore significa che se sbagli è un disastro. Spero comunque di continuare a crescere. Nazionale? Sicuramente il sogno di ogni giocatore è arrivare a giocare Mondiale ed Europei ed è normale che c'è tanta competizione. Io devo concentrarmi sulla Lazio e solo così potrò avere qualche chance».

Sulla doppia faccia della Lazio...

«Come ha detto il mister lo scorso anno andavamo benissimo in campionato e malissimo in coppa mentre quest'anno è il contrario, ma a volte non capiamo nemmeno noi il perché. Ora dobbiamo rimboccarci le maniche e non ci sono più differenze di competizione che tengano. Già da domani dobbiamo tornare alla vittoria in Serie A perché solo arrivando tra le prime quattro potremo disputare di nuovo la Champions. Vogliamo dare una risposta definitiva».

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Come hai vissuto la concorrenza?

«A livello personale è normale che quando si gioca meno si perde fiducia e si è poco contenti, ma in questi tre anni sono cresciuto molto a livello mentale allenandomi sempre a mille all'ora. Questo è fondamentale perché nella stagione ci sono periodi negativi e positivi, perciò quando hai l'opportunità devi coglierla. Ora sono contento di quello che sto vivendo e spero di continuare così».

Su Milinkovic e sul sostituto...

«Sicuramente con Sergio era tutto più semplice, dopo 5 anni bastava uno sguardo. Normale che la Lazio abbia perso un grande giocatore, ma ne sono arrivati altrettanti forti come Guendouzi, che per me è un grande calciatore, diverso da Sergej, ma che si sta inserendo bene: la Lazio ha fatto un grande affare con lui».

Vi siete sentiti più forti delle altre squadre in estate?

«Secondo me non abbiamo pensato di essere superiori. Lo scorso anno abbiamo fatto un grande campionato, ma non ci è mancata umiltà, anche se a volte può essere sembrato così. Sappiamo però che il campionato è la nostra priorità quindi ci dobbiamo dare una svegliata».

Sui nuovi...

«Tanti giocatori arrivati quest'anno vengono da campionati e Paesi diversi quindi ci vuole più tempo ad esempio rispetto a Rovella che è italiano e giocava qui. Il mister chiede determinate cose, quindi basta che qualcuno non le faccia e salta tutto. Serve tempo e pazienza, dobbiamo imparare al più presto quello che chiede il mister e riportarlo in campo».

Sulla fase offensiva e su Isaksen...

«Sicuramente facendo il terzino arrivo sul fondo che sono molto meno lucido, ma ho più campo da attaccare: ci sono i pro e i contro. Mi sto trovando bene, mi piace perché posso sfruttare le mie potenzialità. Con Isaksen ci siamo trovati molto bene, è un ragazzo intelligente e con grandi qualità. Si sta inserendo pian piano e siamo felici, speriamo faccia la differenza anche in campionato».

Su Immobile...

«Ciro lo vedo sempre molto sereno, soprattutto da dopo il Celtic l'umore è bellissimo. Sta bene ed è in fiducia perché quando è entrato ha fatto la differenza. Spesso gli arrivano tante critiche, ma è un uomo forte sia fisicamente che mentalmente ed è bravo a focalizzarsi solo sul campo. Lui è più bravo ad andare in profodnità, mentre Castellanos viene più incontro facendo giocare la squadra, ma siamo fortunati ad averli perché sono di grande valore. Poi sarà il mister a decidere chi giocherà».

Su quale punto devi lavorare ancora?

«Anche se ho compiuto 30 anni non si smette mai di imparare. Ad esempio fino a tre anni fa non immaginavo di fare il terzino nella difesa a 4. La fase difensiva sarà sempre il mio pallino quindi sia negli allenamenti che nelle partite ci sarà sempre qualcosa da imparare».


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