GRAVINA
Ha retto il governo del calcio per 28 mesi facendolo uscire dalle nebbie del commissariamento post Tavecchio e traghettandolo attraverso le acque tormentate della pandemia.
SIBILIA
Cosimo Sibilia,2 anni, deputato avellinese, figlio dell’ex numero uno irpino, presidente della Lega Dilettanti e Vicario uscente della Figc, ha deciso di candidarsi alla presidenza del calcio italiano per coerenza. Lo dice lui stesso, sottolineando di voler rispettare la volontà della base (i dilettanti) e per rispettare l’accordo sulla “staffetta” con Gabriele Gravina, che oggi sfida, inserita negli accordi elettorali del 2018 (garantiti da Giancarlo Abete), quelli che portarono la Figc fuori dal Commissariamento proprio per iniziativa di Sibilia, sottoscritti dallo stesso Gravina,dal presidente della Lega Pro Ghirelli, da quello degli allenatori Ulivieri e dall’allora numero uno degli arbitri, Nicchi. Patto che lo stesso Sibilia sarebbe stato pronto a rivedere, magari con una candidatura alternativa alla sua e di Gravina.
I NUMERI
Sibilia oggi parte di rincorsa, facendo leva sul 34% della sua componente (erosa dall’elezione di alcuni presidenti di Comitati Regionale che hanno deciso di non sostenerlo ma che sono sotto esame della Giustizia Sportiva per le denunce di irregolarità nelle assemblee elettive) ma anche sul dissenso che si registra in altre componenti, che potrebbe far cambiare l’esito del voto ll’Hilton di Roma. Il suo è un programma sobrio, concreto, che definisce realizzabile e non un libro dei sogni. Parte dalla riforma dei campionati («che sarebbe già attuata se ci fosse stata la volontà e non avessero prevalso gli interessi di bottega», ha denunciato) da mettere in piedi con un dialogo costruttivo insieme ai presidenti dei club perché, sostiene, «così il sistema non regge». Impianti sportivi, giustizia sportiva e attenzione al calcio di base e giovanile sono gli altri suoi obiettivi, con quest’ultimo aspetto che riguarda in particolare il suo movimento, fortemente penalizzato dall’emergenza Covid e ancora in attesa degli aiuti promessi e sbandierati. Nel percorso di avvicinamento alla votazione di oggi, Sibilia ha più volte denunciato di aver dovuto superare numerosi ostacoli: dalle date per le elezioni regionali (non consentite a settembre, ma concentrate a gennaio, nel pieno dell’emergenza pandemica) fino alle votazioni da remoto per quelle regioni oggi diventate “nemiche” di Sibilia, a cominciare dalla Lombardia del redivido Tavecchio che con i suoi delegati assembleari non porterà voti a Sibilia.
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