Ecco perché il governo chiuderà la serie A, ma si aspetta il verdetto della Germania

Venerdì 1 Maggio 2020 di Emiliano Bernardini
Ecco perché il governo chiuderà la serie A, ma si aspetta il verdetto della Germania

Il passo decisivo l’ha compiuto ieri mattina. Il Ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora ha varcato il confine: «Sarà il governo a decretare, per motivi di evidente emergenza sanitaria, la chiusura del campionato». Praticamente quello che, se si deve chiudere, chiede il calcio. Forse sono servite le parole del presidente della Figc, Gabriele Gravina che aveva pungolato Palazzo Chigi: «Non firmerò mai per lo stop dei campionati, ce lo imponga il Governo». Spadafora è uscito allo scoperto, specificando anche che si cercherà di «creare, nei limiti del possibile, le condizioni affinché il mondo del calcio paghi meno danni possibile». Lo stop della Francia ha armato di coraggio il governo. Non a caso il Ministro nei giorni scorsi lo aveva preso ad esempio. Ma non basta. E così ora si attenderanno le decisioni che prenderanno anche gli altri campionati. Sulla base di quello sapremo se l’Italia tornerà in campo oppure no. Di fatto bisognerà aspettare il 6 maggio quando la potente Bundesliga tedesca farà la sua scelta. Chiudere, però, comporta molte conseguenze. In primis un mucchio di cause. 

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CAUSE E PERDITE
Pronti a vedere una serie tv sugli avvocati anziché partite di serie A? In Olanda ad esempio l’Az Alkmaar rivendica un posto di diritto nei gironi di coppa e non ai preliminari, anche l’Utrecht è pronto ad avviare un’azione legale chiamando in causa la Uefa. Sul piede di guerra pure le due grandi deluse, de Graafschap e Cambuur. E non va meglio in Francia dove ieri, alla decisione di assegnare lo scudetto al Psg, il Tolosa e il Lione hanno subito annunciato che andranno per vie legali. Ma c’è di più perché fermando il calcio si creerà un terremoto economico con squadre fallite, posti di lavoro persi e crollo patrimoniale delle aziende. Il pallone con tutto l’indotto circostante genera 10 miliardi di impatto sul Pil. Tradotto lo 0,58%. Lo stop comporterebbe circa un miliardo in meno di tasse nelle casse dello Stato. Ecco perché il numero uno federale, Gravina continua a sostenere che l’unica via è finire la stagione. Anche a settembre se necessario. Su questo punto è stato molto chiaro: si finisce questo campionato e solo dopo si penserà alla stagione 2020-21. Ma la strada è sempre più stretta. La decisione il governo non la prenderà subito. Bisognerà aspettare. Ancora. Un nuovo rimpallo.

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IL PROTOCOLLO
Il premier Giuseppe Conte, seppur non da subito, avrebbe concesso la ripresa degli allenamenti ma l’ala più oltranzista dei Cinquestelle, invece, ha frenato la decisione. Di fatto si continua a vivere nell’incertezza. Ora si attenderà un nuovo parere dei medici. L’ennesimo. Il nodo resta sempre il protocollo. «In questi giorni il Comitato tecnico scientifico sta incontrando le varie componenti del mondo del calcio, non solo la Figc, per avere approfondimenti sul protocollo presentato. Se verrà trovata una sintesi tra il Comitato e la Federcalcio gli allenamenti potranno riprendere e questo avrà una ricaduta positiva anche sulla possibile ripartenza del campionato» ha rimarcato il ministro. Peccato che ad ora nessuno abbia comunicato alla Federcalcio cosa non vada nel protocollo e soprattutto una data per un tavolo condiviso. Gravina si è detto disponibile a rivederlo sulla base delle linee guida stilate dal Politecnico di Torino per conto del Coni. 

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I CLUB FATTURANO A SKY E DAZN
E la serie A? I venti presidenti cercano l’unione.

Hanno ribadito la volontà di riprendere. Lo hanno fatto in 18, almeno formalmente. Poi negli intenti c’è da capire cosa vogliono fare davvero. La sensazione è che con la destra facciano e con la sinistra disfino. Due però si sono apertamente dichiarati contro: Cairo e Cellino. Il numero uno Dal Pino vuole convincerli. «Apprezzo le parole di Spadafora, noi da sempre disponibili al dialogo» ha detto. La questione più rovente riguarda i diritti tv. Con ogni probabilità Sky e Dazn non pagheranno. Si andrà in tribunale. Intanto molti club, alla mezzanotte, hanno deciso di fatturare lo stesso senza aspettare la decisione dell’Assemblea. 

Ultimo aggiornamento: 13:16
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