L’altra sera non lo ha rimarcato.
EQUILIBRIO CERCASI
Anche perché, nelle rotazioni, il suo ingresso sarebbe fondamentale. Dopo la partenza sprint, Veretout nelle ultime due partite è sembrato in leggera flessione. Villar alterna buone prestazioni (quella con il Cska Sofia ad esempio) ad altre deludenti (Young Boys). Il ritorno di Amadou regalerebbe anche un minimo di equilibrio in più. Quello che manca in questo avvio di stagione, nonostante la Roma sia ancora tra le poche squadre imbattute sul campo. Non è un caso quindi che in più della metà delle 7 gare stagionali, il portiere sia stato il migliore in campo. Mirante a Udine e a Milano; Pau Lopez giovedì contro i bulgari ma era stato già decisivo nel finale a Berna con la parata salva-risultato su Elia. I 7 gol subiti (senza contare lo 0-3 a tavolino) in 5 partite di campionato, 5 negli ultimi 180 minuti, è un altro dato sul quale riflettere al quale Fonseca si augura di porre rimedio con il ritorno di Smalling. In avanti, i numeri (13 reti in 7 match, comprese le coppe) sono positivi. Ma anche qui vanno letti e analizzati. La Roma - ad eccezione per la cinquina al Benevento - fatica a segnare su azione. Rimasta a secco a Verona e con il Cska Sofia, contro il Milan ha segnato sempre da palla ferma. Per carità, un merito, ma che denota la difficoltà di andare a segno in altro modo visto che le altre occasioni pericolose sono state un tiro di Pellegrini nel primo tempo e uno di Dzeko nella ripresa. A Udine c’è voluta un’invenzione di Pedro, con la Juventus uno dei due gol è stato su rigore. È dunque una Roma che fa (non sempre tra l’altro) benino, mai bene. L’ottavo posto in campionato, in coabitazione col Verona, e il secondo (in virtù della differenza reti) in Europa League, sono lì a testimoniarlo.
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