Il simbolo della Juventus, su sfondo nero.
Nonostante gli infortuni e qualche passaggio a vuoto anche in Nazionale, Leo non molla, e anche dalla dirigenza non sono arrivati segnali su un suo possibile addio imminente. L’ingaggio rimane uno dei più alti in rosa, e il rendimento condizionato da una serie di infortuni che gli hanno impedito di trovare la continuità in campo. L’esplosione di Gatti ha tappato la falla in difesa, ma le 26 presenze stagionali (una in più di De Sciglio, per intenderci) non soddisfano il giocatore e nemmeno la società.
Buoni propositi per la prossima stagione: ritrovare anche in campo quella centralità nel progetto che ha sempre avuto nello spogliatoio o alla Continassa. Il rapporto con Allegri, fiaccato dal famoso sgabello di Oporto prima, e dall’andata e ritorno al Milan poi, rimane genuino dal punto di vista professionale. Il tecnico riconosce la leadership dell’ultima colonna rimasta della BBC e lo considera ancora importante part time.
E al momento Leo è orientato ad accettare un ruolo da comprimario alla Juventus piuttosto di una maglia da titolare altrove, anche per una questione di responsabilità. Lo affascina un futuro alla Chiellini, con un’esperienza all’estero o in USA oppure negli arabi, ma non prima di aver riportato la Juventus ai suoi livelli. Discorso più delicato per quanto riguarda la Nazionale: l’ultimo errore decisivo contro la Spagna e Mancini verso la difesa a tre rischiano di allontanarlo da una maglia azzurro che Leo vorrebbe continuare ad indossare almeno fino al prossimo Europeo.
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