Bolelli riparte dalla Coppa Davis
«Sono giovane per la pensione»

Venerdì 31 Gennaio 2014 di Angelo Mancuso
Bolelli riparte dalla Coppa Davis «Sono giovane per la pensione»
Inizia tutto per gioco, una racchetta e una pallina da tennis appoggiate in un angolo e un bambino che decide di provare i primi colpi contro un muro…. Sono queste le prime parole che si leggono sul sito web di Simone Bolelli. Quel bambino è cresciuto, ha 28 anni e per lui Mar del Plata è l’uscita dal tunnel. Il bolognese torna in Coppa Davis dopo l’infortunio al polso destro della scorsa primavera, alla vigilia di un altro appuntamento importante, il quarto di finale perso a Vancouver con il Canada. Era il 23 marzo e Simone giocava a Miami contro Dimitrov: il polso fece crac e l’Italia fu costretta a rinunciare a Bolelli, che forma con Fabio Fognini un doppio molto forte. Il più competitivo dell’Italia da diversi anni a questa parte, tanto da aver raggiunto le semifinali agli US Open 2011 e agli Australian Open 2013. Proprio il doppio ci ha condannato alla sconfitta in Canada.



PERIODO BUIO

«Il momento più difficile? Il giorno in cui mi hanno detto che dovevo operarmi - racconta Simone - quando mi sono fatto male ho avuto subito la sensazione che fosse qualcosa di serio. C’è il rimpianto di non essermi operato prima: mi sono fatto male a fine marzo e mi sono operato a metà luglio. I tre mesi con le varie riabilitazioni non sono servite, l’unico rammarico è quello».



LA DEA BENDATA

Simone è in credito con la buona sorte: quello di Miami non è stato l’unico stop serio della sua carriera. «A 18 anni la pubalgia mi ha impedito di giocare per quasi un anno e mezzo, poi le due operazioni al polso, nel 2005 e lo scorso anno. Rientrare non è semplice, bisogna stare calmi e cercare di non mettersi troppa pressione». Soprattutto quando tutti si aspettano grandi risultati: Bolelli in carriera vanta una finale Atp a Monaco nel 2008 e di lui si è sempre parlato come di un talento sprecato. Qualche anno fa a Parigi mise ko Del Potro attirando l’attenzione di un certo Federer: «Grande servizio e diritto - disse King Roger - arriverà molto in alto». Era il 2008 e Simone raggiunse la sua miglior classifica: n.36. Sono passati 6 anni e deve ricominciare daccapo. «Credo di avere ancora 4-5 anni ad alto livello. So di poter dare tanto, il tennis è la mia passione e credo che 28 anni siano un’età da best ranking, non da pensione. L’età media dei migliori ormai si è spostata in avanti, acquisisci una maggiore maturità, fisicamente sei al top. Insomma, mi vedo in salita. Sarà dura perché ripartire da dietro non è facile. La programmazione sarà incentrata soprattutto sui challenger, almeno in questi primi mesi dell’anno. Dovrò incamerare tante partite e più punti possibile». Intanto c’è questa convocazione in Davis per la sfida contro l’Argentina: Bolelli giocherà sicuramente il doppio. «Sono orgoglioso di tornare in nazionale, è una bellissima sensazione essere qui a Mar del Plata. L’Italia non è solo forte, è una squadra vera. In questi ultimi anni abbiamo affrontato tante sfide delicate, dal ritorno nel World Group della Davis nel 2011 in Cile alla vittoria di Torino con la Croazia grazie alla quale dopo 15 anni l’Italia si è qualificata ai quarti. Tutto questo ha aiutato ad unire il gruppo: ci sosteniamo e motiviamo a vicenda. E siamo amici anche fuori dal campo».
Ultimo aggiornamento: 15:42

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