Non ci avrebbe scommesso neanche lui. Basterebbe questo per spiegare che impresa sia riuscito a compiere Gregorio Paltrinieri, medaglia d'argento alle Olimpiadi di Tokyo negli 800 stile libero nonostante la malattia (la mononucleosi) che l'ha fermato per un mese.
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Paltrinieri: «Mi sentivo un Dio, poi la malattia»
A raccontare l'impresa è lui stesso a fine gara: «Miracolo è poco, neanche io ci avrei scommesso - dice a Rai Sport. È bellissimo, ero un altro rispetto alla batteria: un'altra voglia di gareggiare, è tutta un'altra cosa quando è così. Me la sono vissuta meglio. Un amico mi ha scritto che da queste finali ne esci bene solo se le fai col cuore. Io programmo e ci metto spesso troppa testa e troppi pensieri, ma queste finali si vincono col cuore e io ce l'ho messo tutto. Gli altri potranno stare meglio di me, ma ci metto troppo cuore e per questo sono contento».
Poi il racconto della mononucleosi, la malattia che l'ha costretto a fermarsi un mese: «Ho avuto paura di tutto, a maggio mi sentivo un Dio. Non pensavo che sarebbe stato facilissimo, ma la strada stava prendendo una buona direzione. Poi sono stato fermo un mese, tutti i sogni si stavano sgretolando. Ci siamo fatti forza a vicenda col mio gruppo, da Dio sono passato ad allenarmi con le ragazze e poi piano piano sono tornato ai miei allenamenti».
Poi dopo la premiazione: «Sono stati mesi complicati, fare bene oggi mi dà fiducia per le altre gare. Ho sempre sognato venire qui e giocarmela su tre gare. In queste situazioni esce un altro Greg, in batteria non sapevo le mie reali condizioni, ho sempre avuto brutte sensazioni negli ultimi mesi. Metterci tutto è bellissimo, io l'ho fatto ed è stato bellissimo. I 1500 sarà difficile, cercherò di fare bene ricordandomi le sensazioni di questa finale».
La gara vinta con coraggio
Paltrinieri parte fortissimo ed è davanti a tutti dai primi 100 fino ai 600, quando Romanchuk e Wellbrock contrattaccano. Ai 750 metri Greg resiste in 7'14"02 ma al tocco è secondo. Un argento frutto del coraggio, per uno che fino a un mese fa non sapeva neanche se a Tokyo ci sarebbe arrivato. In tantissimi lo hanno dato per spacciato, complice anche una batteria che aveva confermato i timori della forma non ottimale. Ma Paltrinieri campione lo è nella testa e nel cuore ed è andato oltre le difficoltà e i guai fisici. Con la fame di chi non ha intenzione di mollare nulla. Fenomeno di Carpi, 26 anni, in carriera ha vinto tutto nei 1500 e gli 800 sono sempre stati la sua terza opzione (ma aveva già vinto i Mondiali di Gwangju nel 2019).