La Ferrari si ritrova con le gomma sgonfie.
Quelle sono raffinatezze che possono aiutare quando lo scarto è molto ravvicinato. In pratica, non c’è stata alcuna reazione alle carenze del 2022 alle quali gli ingeneri speravano di aver trovato risposta. La SF-23 in qualifica è buona, ma si è spenta nel passo gara. Ed i punti per il Mondiale si assegnano la domenica. La mancanza di ritmo dipende quasi esclusivamente da come si gestiscono i pneumatici Pirelli. La Red Bull li coccola e fa durare quelli rossi (più morbidi, quindi più prestazionali) più giri di quanto la Ferrari riesca a fare, tenendo un buon passo, con i bianchi i più duri. Ieri la Red Bull è stata l’unica ad usare due set rossi senza andare mai in crisi per problemi di usura. Se non si risolve, o si attenua, questo problema, addio sogni di gloria. Si è inchiodati con le spalle al muro e non serve nemmeno monopolizzare le qualifiche perché sarebbe un vantaggio effimero.
L’altra carenza sulla quale i tecnici guidati da Enrico Gualtieri avevano lavorato duramente era l’affidabilità, l’unica ragione per la quale si possono mettere le mani sulle power unit. Invece niente, alla prima uscita il V6 si ammutolisce. Probabilmente è una cosa diversa da quello che cedeva nel 2022, magari e solo sfortuna. Ma per il principino non è un buon inizio dover iniziare con uno zero in pagella di fronte a rivali tanto tosti. Charles non parla della rottura della quale si sa poco, ma preferisce focalizzare sull’andamento della gara: «La Aston Martin ha fatto un passo avanti, ma la Red Bull ha trovato sicuramente qualcosa: la loro andatura in gara era inarrivabile. In questo momento sono di un’altra categoria». Vasseur tiene botta, non appare affatto depresso: «Ora so dove siamo. E dobbiamo lavorare. Non va bene l’affidabilità e non ci siamo neanche sul ritmo di gara». Meno reattivo Carlos Sainz: «Le Red Bull spingevano, noi dovevamo preoccuparci di gestire i pneumatici...».