“Nella musica di oggi c’è una grande omologazione”: ne è convinto Beppe Vessicchio.
Dopo diversi anni di gestione da parte di Lucio Presta, potente manager televisivo e braccio destro di Amadeus, ad aggiudicarsi il bando per la gestione del festival per questa e le prossime due edizioni è stato il produttore Carlo Avarello, che lo produce con la sua società Isola degli Artisti: “Vogliamo avvicinare il format del Festival ai giovani che oggi sono sempre più presenti sulle piattaforme digitali - fa sapere il neo patron del festival - per questo motivo, oltre a collaborare con dei media partner che affiancheranno l’evento, abbiamo scelto di coinvolgere alcuni degli influencer tra i più seguiti in Italia che accompagneranno in qualità di tutor i finalisti in gara due settimane prima del 22 settembre”.
I concorrenti che in occasione della finale del 22 settembre, condotta da Clementino, si giocheranno la vittoria sono stati selezionati, oltre che da Vessicchio, dallo stesso (attuale) patron del Festival di Castrocaro Carlo Avarello, dall’autore Salvatore Mineo (ha scritto brani poi portati al successo da Elodie, Emma, Ornella Vanoni e Fiorella Mannoia, dalla cantautrice e compositrice Serena Brancale, dal cantautore Fiat 131 e dall’autore e produttore Manuel Finotti. I dieci finalisti sono Bosco (Alberto Boschiero, cantautore, 25 anni, Venezia), Chiara Bruno (cantautrice, 26 anni, Palermo), Tobia Lanaro (cantautore, 23 anni, Vicenza), i Frenèsya (Flavia e Federico Marra, cantautori, 22 e 28 anni, Roma), Kaotika (Pietro Peloso, cantautore, 22 anni, Foggia), Djomi (Domenico Pini, cantautore, 21 anni, Ravenna), Sara Russo (interprete, 24 anni, Bacoli-Napoli), Virginia Toniato (cantautrice, 24 anni, Padova), Nicole Vioto (interprete, 19 anni, Venezia), i Senza Volto (band formata da Nicola Colomboni, cantante, 26 anni, Nicolae Giuliani, batterista, 25 anni, Nicola Ragnetti, bassista, 31 anni, Tommaso Golaschi, chitarra e seconda voce, 28 anni, Foggia).
“Ci sono elementi che ampliano il panorama. Questa fa sempre bene. Fa bene alla comunità dei concorrenti - riflette Vessicchio - magari qualche artista si trattiene dal calpestare alcuni cammini, alcune strade, perché pensa di essere solo, invece vedendo che c'è qualcun altro che ci prova e che magari riesce in quel cammino si sente incentivato a dar conto al proprio istinto. Perché la cosa più comune in questi tempi, e che noi giurati riscontriamo, è il fatto che esiste una grande omologazione. Invece è importante che ciascuno coltivi quello che ha dentro senza farsi fuorviare. Io sono per la biodiversità a tutti i costi".
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