Impeccabile completo grigio su maglia blu, cappotto in mano, Carlo Verdone scende da un van dai vetri oscurati.
Ed ecco che dallo scrigno dei ricordi esce fuori l’istantanea con Massimo Troisi e Francesco Nuti, scattata da Alberto Sordi. «Quello fu il momento – commenta il cineasta – in cui io, Troisi e Nuti iniziammo a parlare di un maschio diverso: non più rimorchiatore, ma fragile. Con una donna più forte di lui al fianco». E poi il rapporto con i figli Giulia e Paolo e la condivisione, con quest’ultimo, della grande passione per la musica. Tante le domande in chat. Chiede Armando: Chi vede suo erede tra gli attori di oggi? «Direi nessuno. Sono unico come lo era Sordi. Difficile avere lo stesso bagaglio di vita». E’ meglio scrivere un libro o un film? «Sono cose diverse. Un film è un lavoro di creatività, anche da geometra. Ha meno libertà. C’è sempre l’intervento di un produttore, o di qualcun altro, che chiederà di fare cambiamenti. Nel libro sono da solo con il mio computer e faccio come voglio».
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Altra domanda on line: “Come si fa a descrivere così bene il prossimo? “Si devono amare gli altri. Se non si ama stare con la gente questo lavoro non si può fare. La gente va osservata dal vivo”. Verdone poi si sofferma su Maria F., la prostituta con cui ebbe una dolce storia da giovane e che rappresenta un racconto davvero struggente. Ultima domanda di Aldo: Di quale attore conserva un ricordo speciale? «Direi di tutti. Ogni mia attrice ha ricevuto un premio importante. Ho dato sempre spazio. Per me Claudia Gerini è stata una notevole alleata, mi capiva al volo. Con lei era tutto semplice. Girare Viaggi di nozze è stato molto divertente. Ma anche la Morante, la Giorgi, la Argento, la Buy». Valanga di altre domande, ma c'è tempo solo per i saluti. «E’ un libro che vi darà serenità», conclude l'autore.