Settimia Spizzichino era nata a Roma il 15 aprile 1921 ma diceva di essere “nata due volte” perché il 15 aprile 1945 venne liberata dagli inglesi nel campo di Bergen-Belsen dopo essere rimasta per giorni nascosta sotto un mucchio di cadaveri.
Settimia Spizzichino (1921-2000) fu l’unica tra le donne catturate il 16 ottobre 1943 durante il rastrellamento del ghetto di Roma a fare ritorno. Una donna indimenticabile, che ha consacrato la sua vita alla trasmissione della memoria e della consapevolezza. Fu una delle prime voci della Shoah italiana a rompere il silenzio su quanto accaduto: «Io della mia vita voglio ricordare tutto, anche quella terribile esperienza che si chiama Auschwitz. Per questo, credo, sono tornata: per raccontare». Alle 47 compagne di prigionia Settimia dedicò il suo libro di memorie “Gli anni rubati”, scritto a quattro mani con Isa Di Nepi Olper.
Ad Auschwitz finì nel famigerato Block 10, dove fu impiegata come cavia umana per esperimenti sul tifo e la scabbia. Nell’inverno del 1945 affrontò la “marcia della morte” da Auschwitz fino a Bergen-Belsen. Qui i prigionieri venivano ammassati in uno stato di completo abbandono e i morti formavano dei mucchi intorno alle baracche. Il francobollo emesso oggi appartiene alla serie tematica “Il Senso civico” in trecentomila esemplari. Il bozzetto è di Silvia Isola, la vignetta raffigura, sullo sfondo di un filo spinato e dell’ingresso del Museo Nazionale di Auschwitz – Birkenau, un ritratto di Settimia affiancato alla sua frase «Sono tornata per raccontare».