ROMA - Quasi ventidue milioni al voto. In sette regioni. Più mille comuni, come Venezia, Empoli, Enna e Matera. In ognuna delle sette regioni - seggi aperti oggi dalle 7 alla 23 - si gioca una partita che, al di là delle questioni territoriali rivelatesi quasi assenti in questa campagna elettorale, è molto di tipo nazionale. Si tratta di vedere se il mito dell’invincibilità di Matteo Renzi resiste (il 6 a 1 lo confermerebbe ma il 4 a 3 no); se l’ultima sfida di Silvio Berlusconi riesce (non perdere troppo e rilanciare la sua leadership); se l’ascesa di Matteo Salvini a guida della destra nazionale ha basi per concretizzarsi; se l’area di centro, con Alfano, Fitto, Tosi, può aspirare a dire la sua in maniera forte nella ricostruzione del fronte moderato.
OHIO
La Liguria è l’Ohio di questa tornata elettorale.
PARADOSSI
Un comunista d’antan, molto chiacchierato, si gioca la partita da sindaco ad Enna: e si tratta di Mirello Crisafulli. Il Pd lo ha giudicato impresentabile e lui corre in proprio, con ottime possibilità. A Venezia, invece, è anti-renziano il candidato sindaco del Pd - il senatore Felice Casson - e sembra più renziano di lui («Adoro il Jobs Act», dice per esempio) lo sfidante forzista, Luigi Brugnaro. Valgono come un voto di mid-term queste regionali: Renzi teme che tutto venga addossato a lui e questo spiega la preoccupazione che nelle ultime ore gli si legge sul viso e nelle parole. Anche perchè si prevede un alto tasso di astensionismo (in Emilia Romagna nel novembre scorso ha votato solo il 37,6 per cento) e ciò sarebbe per tutti un brutto segnale.