#IlMessaggero145, Francesco Gaetano Caltagirone: «Un giornale fondato sul garantismo e sulla forza della ragione»

Martedì 20 Giugno 2023
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Spettabili Autorità, Signore e Signori vi ringrazio di essere qui con noi questa sera.

Ringrazio innanzitutto il Presidente della Repubblica di cui ho immensa stima per le alte parole di apprezzamento e riconoscimento che ci riempiono d’orgoglio e ci aiutano a continuare la nostra missione.  Un ringraziamento anche al presidente del Senato che non potrà essere presente, mentre ringrazio il vice presidente del Consiglio onorevole Salvini che è qui e ci onora della sua presenza. 


Abbiamo compiuto 145 anni. Ci siamo visti 5 anni fa per i 140. Cosa è successo da allora? Varie cose non ordinarie. Il Covid. La guerra in Ucraina. Il conseguente cambio di abitudini. Anche nell’assumere informazione da parte del pubblico. Si è rafforzata un tipo di informazione su siti che tende a non avere un approccio scientifico ai problemi e abitua le persone a non verificare razionalmente quanto proposto, ma ascoltare chi urla più spesso e più forte.  Slogan di facile assimilazione. Mi vengono in mente i No vax, o peggio il fai da te dell’informazione che crea anche qualche incidente.  Questa controinformazione che esaspera i sospetti e nega la ragione, influenza una parte del pubblico, la più debole, quella con scarsi elementi conoscitivi, che ha però reazioni socialmente rilevanti. 


Ecco quindi aumentare la responsabilità di chi informa, non chiedendo atti di fede ma un esame razionale e dialettico delle varie vicende, fornendo opinioni separatamente dai fatti.  Ci occorre ancora una volta citare Seneca perché ancora più attuale «...Da nulla bisogna guardarsi meglio che dal seguire, come fanno le pecore, il gregge che ci cammina davanti, dirigendoci non dove si deve andare, ma dove tutti vanno. E niente ci tira addosso i mali peggiori come l’andar dietro alle chiacchiere della gente, convinti che le cose accettate per generale consenso siano le migliori e che, dal momento che gli esempi che abbiamo sono molti, sia meglio vivere non secondo ragione, ma per imitazione».


Abbiamo sempre ritenuto importanti per il giornale principalmente: indipendenza, identità, ragione. Questo terzo punto è diventato più delicato a seguito dell’affievolirsi per una parte del pubblico il mettere la ragione al centro di ogni giudizio. Sta inoltre venendo meno quel senso di diffidenza che è stato finora una forma di autoprotezione. Aggiungerei oggi ulteriori caratteristiche che si impongono, la prudenza e la moderazione. 
Mai enfatizzare le notizie, mai gridarle, anche se questo può comportare il pagamento di un prezzo di visibilità. Mai cercare il capro espiatorio. E’ diventato ormai patologico il rituale delle proteste delle famiglie delle vittime in caso di assoluzione dell’imputato. Giustizia è trovare e punire il colpevole, non punire comunque qualcuno. Il giustizialismo ha portato anche questo. 


Il Messaggero, dal giorno che ha cambiato proprietà nel lontano 1996 è diventato giornale garantista e lo è rimasto. Dico con orgoglio che nel 1996 è stato il primo tra i grandi giornali italiani a rifiutare il giustizialismo, e ha aperto una stagione di collaborazioni prestigiose, da Marcello Pera a Paola Severino fino al nostro attuale Ministro di Grazia e Giustizia Carlo Nordio, che hanno avuto il pregio di illustrare ad alti livelli un’idea dell’amministrazione della giustizia contro corrente. In più Il Messaggero vuole essere un giornale tollerante e laico, e assolutamente contrario allo Stato etico. Uno degli elementi responsabili dell’attuale declino del Paese. E’ bene che alla base delle scelte politiche ci sia il benessere del popolo e non l’eticamente corretto.  Il Messaggero lotterà sempre per non regredire all’oscurantismo medievale.


La più importante sfida che ha l’informazione è l’innovazione. Le cose cambiano rapidamente. Ormai i lettori digitali sono molti di più di quelli cartacei. Viviamo una rivoluzione, soprattutto i cambiamenti oltre che rapidi sono frequenti; adeguarsi è una sfida che richiede molta energia e nuove risorse, c’è un divario generazionale sulla domanda di informazione che bisogna coprire, pena il declino.  Roma, con tutto quello che significa di eccezionale nella storia dell’umanità è al centro dell’attenzione de Il Messaggero che promuove tutte le iniziative per migliorarla. 


Roma è la città dove ha sede il Vaticano; Il Messaggero è il giornale di Roma e vuole essere il giornale che tutto il mondo consulta per quanto riguarda la Santa Sede. Sono personalmente grato a Papa Francesco che ha con questo giornale uno speciale rapporto. Il nostro vescovo di Roma ha voluto ancora una volta mostrare affetto e attenzione per questa comunità. Voglio contraccambiare con il più sincero augurio di una ripresa completa delle sue attività. Papa Francesco rappresenta per l’umanità sofferente e disorientata un punto di riferimento fondamentale. 


Il prossimo Giubileo oltre a essere un evento spirituale potrà essere un rilevante fatto economico che potrà influire sul rilancio della città. Il Messaggero vuole dare tutto il contributo possibile per il successo dell’evento. 
Da ultimo un grazie a chi ha reso possibile nel tempo il successo de Il Messaggero: i giornalisti, i poligrafici, i collaboratori. Molti dei nostri redattori sentono la responsabilità di questi compiti e come ho avuto modo di dire sentono il loro lavoro come missione oltre che come professione. Le sfide sono molte e Il Messaggero se ne farà carico come dovere verso i lettori e la collettività. Grazie.

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