In appena 24 ore, forse meno, la scuola fa dietrofront per due volte sulle regole anti-Covid. Lunedì sera il ministero alla Salute e il ministero all’Istruzione hanno sospeso con una circolare la procedura avviata a novembre, perché ci sono troppi contagi tra i ragazzi. Sembrava quindi inevitabile dover tornare alla dad per tutta la classe anche con un solo positivo tra i banchi. Poi, ieri sera, ci ripensano: si torna infatti alla quarantena solo in presenza di tre positivi.
A far tornare la scuola sui suoi passi è stato un intervento di Palazzo Chigi che ha deciso di schierare il commissario Figliuolo al fianco delle Asl per portare avanti i tamponi necessari per gli studenti.
Scuola, quando scatta la quarantena
E’ stato proprio questo il tasto dolente che ha messo in seria difficoltà le scuole e le procedure anti-covid.
PRESENZA PRIORITARIA
La circolare è stata firmata anche dal ministro all’istruzione, Patrizio Bianchi, «in via precauzionale». Ma per il premier Draghi, così come per il ministro Bianchi, fin dal primo giorno la scuola in presenza è una priorità e così l’intervento di Palazzo Chigi è stato immediato. In pochissime ore è arrivato il dietrofront: si torna al testing, non ci sarà nessuna sospensione nei tamponi immediati e la quarantena parte in automatico solo se ci sono tre alunni positivi. Proprio come avvenuto finora. E così è arrivata la seconda nota da parte dei ministeri Salute e Istruzione: «In considerazione della sopravvenuta disponibilità manifestata dalla struttura commissariale di Figliuolo, potrà essere mantenuto il programma di testing dei soggetti individuati come contatti di una classe o gruppo, da effettuarsi in tempi estremamente rapidi, tali da garantire il controllo dell’infezione». Una doppia giravolta, appunto, che non è piaciuta di certo al mondo della scuola, che si è ritrovato in balia di norme e regole che cambiano di ora in ora: «Troviamo sconcertante che una nota sottoscritta da due ministeri sia sospesa dopo neanche 24 ore – tuona Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale dei presidi - e che le disposizioni contenute siano già considerate superate. Attendiamo di vedere come il commissario Figliuolo deciderà di intervenire per rendere finalmente efficienti le Asl e far partire la campagna di testing e tracing che dovrebbe garantire la scuola in presenza». Sulla parte organizzativa arrivano infatti diverse critiche, anche da parte dei sindacati: «Da tempo abbiamo chiesto di mettere in atto azioni che affiancassero i vaccini – osserva Pino Turi, Uil scuola - come la riduzione di alunni per classe, il distanziamento e i presidi sanitari nelle scuole. Ma nulla di tutto questo è ancora stato fatto».
Arriva anche in Parlamento la richiesta del medico in tutte le scuole: «Si tratta di una figura del passato - spiega il presidente di Noi con l’Italia e vicepresidente del gruppo Misto alla Camera Maurizio Lupi - che oggi diventa una necessità. Dobbiamo tutelare i nostri studenti, dai più piccoli ai più grandi».
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