La probabilità di ammalarsi di Covid-19 dopo il contagio da coronavirus potrebbe dipendere dalla vitamina D.
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Lo studio, realizzato dai ricercatori dell'ospedale universitario Marqués de Valdecilla di Santander, ha confermato infatti che, su 216 pazienti ricoverati per Covid-19, l'82,2% presentava una carenza di vitamina D. Nelle persone sane, invece, il deficit di vitamina D si attesta in media intorno al 47,2%. Come se non bastasse, sono state individuate altre analogie tra la carenza di vitamina D e il decorso della malattia: il deficit è più evidente tra gli uomini che tra le donne e chi aveva livelli più bassi di vitamina D soffriva anche di ipertensione e problemi cardiovascolari. Lo riporta 20minutos.es.
Nonostante le indicazioni dei dati siano abbastanza chiare, i ricercatori non si sono esposti troppo nelle conclusioni: «Serviranno studi più approfonditi, non possiamo stabilire al 100% una relazione causale tra i livelli di vitamina D e la gravità del Covid-19 nei pazienti». Sono comunque in corso diversi studi e in Spagna si sta sperimentando una terapia a base di calcifediolo, un preormone in grado di fornire all'organismo un composto della vitamina D. I primi risultati sono incoraggianti. Un gruppo di 50 pazienti su 76 aveva ricevuto il calcifediolo e di questi 50 solo uno (il 2%) era peggiorato fino a dover essere ricoverato in terapia intensiva. Degli altri 26 che non avevano ricevuto il farmaco sperimentale, ben 13, la metà, erano finiti in terapia intensiva.