«Le streghe sono ancora vive»: la mappa della stregoneria che durante la Serenissima era (quasi) tollerata

martedì 29 ottobre 2024, 10:58 - Ultimo agg. 30 ottobre, 07:34

LA STORIA

Ma com'erano e dov'erano le streghe, quelle vere? Quelle che venivano processate e condannate? L'ultima mappa della stregoneria è di Marina Montesano già autrice con Franco Cardini di un volume sulle donne straordinarie esperta di storia medievale. Ne "I luoghi della stregoneria" (14 euro, il Mulino), narra i posti che hanno conservato tracce e memorie di convivi sabbatici, tragiche vicende. Dalle grandi città, sedi dei processi che cominciano nel 1300 e durarono secoli, come Milano, Roma, Palermo; fino a località sconosciute come l'albero della fecondità di Massa Marittima; o i "benandanti" del Friuli (inquisiti dalla diocesi di Concordia) che combattevano di notte contro le streghe. Ma sono le storie di stregoneria - che ha raccolto in decenni di lavoro Marisa Milani (1935-1997), docente di letteratura e tradizioni popolari all'Università di Padova; legate ai processi fatti a Venezia dagli inquisitori e dal Santo Uffizio - quelle che raccontano il mondo magico e la società.

Premessa a tutto: la Serenissima non ha mai portato a morte le donne accusate di stregoneria e ha torturato raramente; mentre l'Europa ne ha uccise, tra XVI e XVII secolo, 60mila. Ha scritto Milani: "Anche se è impossibile conoscerne il numero esatto dal 1542 (avvio del Santo Ufficio ndr) al 1700; abbiamo contato, nella seconda metà del XVI secolo, 1500 processi di cui 200 per reati di stregoneria, magia e pratiche superstiziose (). Una trentina finì con "sententia condemnatoria", una quindicina con ammonizioni e multe. ()
I reati passibili di condanna erano divinazione, culto del Demonio, erbarie' (pozioni magiche) abuso dei sacramenti e pratiche mediche non autorizzate.

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