GAIARINE - «Buono e dedito al lavoro. Troppo» Sono le parole di Giuseppe Rosada al funerale di suo figlio, il cinquantasettenne che si è tolto la vita dopo l’annullamento di un’importante commessa da parte di una multinazionale statunitense con sede in Germania. Un ordine che forse gli avrebbe permesso di stabilizzare la situazione economica della sua azienda, la Link s.a.s. di Sacile, ma che alla fine non è mai stato confermato, costringendo Lino Rosada e sua sorella a pensare a un piano B. Secondo alcuni familiari e amici, è stata quell’ennesima risposta negativa a convincerlo a farla finita, anche se nessuno potrà mai saperlo con certezza. «Abbiamo già fatto il nostro appello: chiedere aiuto in situazioni come queste», ha spiegato la sorella dopo essersi allontanata dalla bara. Tra gli amici che raccontano quest’ultima fase di smarrimento c’è l’imprenditore Emiliano Piovesana, che condivideva con Lino un rapporto di amicizia e collaborazione professionale. «Negli ultimi tempi era molto giù e, anche se sua sorella lo incoraggiava e gli diceva che ce l’avrebbero fatta, anche io l’avevo visto molto, troppo, affranto», ha spiegato Piovesana.