Granchio blu, il consiglio comunale di Porto Tolle chiede ufficialmente lo stato di emergenza. Ma «al 99,9 per cento non lo firmeranno»

Mercoledì 4 Ottobre 2023, 01:00

LE PROSPETTIVE

Pizzoli ha quindi integrato la discussione mettendo le mani avanti: «Al 99,9 per cento non firmeranno lo stato di emergenza perché non ha presupposto normativo per stare in piedi. Il Fondo nazionale per la pesca parla di una perdita del 30 per cento, che in questo 2023 non c’è stata. Abbiamo quindi chiesto di individuare una norma o un decreto, come era avvenuto con il Covid, che permetta di sostenere le partite Iva quando non potranno più fare reddito nel 2024. Altrimenti si dovrà attendere il 2025, ma non è possibile lasciare più di un anno 1.500 persone senza reddito da vongole e cozze».


Ferma sulla richiesta dello stato di emergenza è rimasta la capogruppo di opposizione Cosetta Nicolasi: «Dobbiamo essere incisivi con il Governo, i decreti di cui si è parlato finora sono a livello nazionale. Ben vengano i 10 milioni, che però al momento non ci sono, per non parlare di questo emendamento di 500mila euro. Se verrà distribuita solo per i consorzi di Porto Tolle e Goro, la contribuzione risulta minima. Non canterei vittoria per questo provvedimento che è palesemente insufficiente, bisogna battere i pugni, chiedere di più. Non critico quanto fatto, ma non ci dobbiamo accontentare».


Il dialogo è proseguito con i consiglieri di maggioranza e minoranza che pur da punti di vista diversi hanno mantenuto il fronte unito per il bene del proprio comparto ittico che non ha mai attraversato una crisi come quella attuale. Dopo una pausa per inserire nell’atto le ultime azioni statali, ora il documento, prima di essere spedito a Roma, sarà mandato agli altri Comuni affinché lo approvino a loro volta, così da fare massa critica di quel lembo di terra, il Delta, che travalica i confini amministrativi.

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