VERONA - Gli occhi lucidi, lo sguardo assente, la voce bassa. Distaccato. Alla dieci di ieri mattina Filippo Turetta si è seduto davanti al gip per l'interrogatorio di garanzia, si è avvalso della facoltà di non rispondere e ha rilasciato dichiarazioni spontanee.
Meno di un minuto per ripetere, pur senza accenni al suicidio, ciò che ha detto il 19 novembre ai poliziotti tedeschi che lo hanno arrestato: «Ho ammazzato Giulia». E pochi secondi per esprimere la sua afflizione: «Sono affranto, dispiaciuto per la tragedia che ho causato. Non voglio sottrarmi alle mie responsabilità, voglio pagare quello che sarà giusto per aver ucciso la mia ex fidanzata».