Christian muore annegato nella piscina comunale a 6 anni: chieste quattro condanne (anche per mamma e papà del piccolo) e un'assoluzione

giovedì 1 maggio 2025, 09:47

L'ACCADUTO

Era l'ora di pranzo di lunedì 9 agosto dell'anno scorso, quando l'assistente bagnina Serraglio si è accorta di quel corpicino che galleggiava riverso a pancia in giù nell'acqua della piscina profonda 120 centimetri. La ragazza lo ha trascinato fuori e gli ha praticato le manovre di rianimazione, mentre veniva allertato il 118. I sanitari, arrivati da Cittadella, hanno proseguito il massaggio cardiaco, ma Christian non ha mai ripreso conoscenza. Nemmeno quando, pochi minuti prima delle 13, è atterrato anche l'elisoccorso del Suem inviato da Padova. Sul posto sono arrivati i carabinieri della compagnia di Cittadella. L'autopsia ha poi confermato la morte per annegamento del piccolo, avvenuta nell'arco di cinque minuti. Non sono state riscontrate da parte del medico legale né lesioni e né escoriazioni.

Inoltre è stato escluso il malore. I risultati ottenuti con l'esame post mortem, fanno escludere alcune ipotesi: Christian non sarebbe caduto accidentalmente nella vasca da un metro e venti centimetri di profondità. Non sarebbe stato spinto.
Tutto confermerebbe, insomma, l'ingresso volontario del bambino in acqua, con la cuffietta calata sulla fronte, senza braccioli, ma specialmente, senza che nessuno lo controllasse. Almeno per quei 5 lunghissimi minuti in cui è finito con la testa sott'acqua, che l'hanno ucciso.

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