Chiara Ferragni indagata per truffa aggravata, cosa rischia? Lei: «Sono serena». Anche Alessandra Balocco iscritta nel registro degli indagati

Lunedì 8 Gennaio 2024, 18:30 - Ultimo aggiornamento: 10 Gennaio, 07:48
Chiara Ferragni indagata per truffa, cosa rischia? Lei: «Sono serena, turbata per strumentalizzazioni»
di Federica Zaniboni
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Il pandoro Balocco griffato Chiara Ferragni, che aveva colorato di rosa il Natale 2022, è finito adesso al centro di un’inchiesta per truffa aggravata. È questo il reato per cui la Procura di Milano ha iscritto nel registro degli indagati l’imprenditrice digitale più famosa di Italia, già da settimane travolta da una vera e propria tempesta mediatica. Quello che lei stessa aveva definito come un «errore di comunicazione», cioè avere fatto credere ai consumatori che i ricavi delle vendite del pandoro “Pink Christmas” sarebbero stati donati in beneficienza, potrebbe essere invece una truffa a tutti gli effetti.

Per di più, con l’aggravante della minorata difesa, cioè una condizione di vulnerabilità dei consumatori dovuta, in sostanza, ai vantaggi tratti dall’autore del reato tramite la rete. «Sono serena - ha fatto sapere l’influencer in una nota - perché ho sempre agito in buona fede e sono certa che ciò emergerà dalle indagini in corso». Oltre a lei, risulta indagata anche Alessandra Balocco, presidente e amministratrice delegata dell’azienda di dolci, succeduta l’anno scorso al fratello Alberto, morto in un tragico incidente (è stato colpito da un fulmine) nell’agosto del 2022.
Dopo settimane in cui le toghe milanesi erano al lavoro sul caso senza ipotesi di reato né indagati, ieri è arrivata la svolta. Determinante è stata l’informativa depositata lunedì mattina in Procura dalla Guardia di Finanza, che era stata incaricata di raccogliere le carte acquisite dall’Antitrust e alcune mail tra il gruppo dolciario e l’imprenditrice. Il pm Eugenio Fusco ha deciso di procedere con l’iscrizione dei due nomi, iniziativa penale che va ad aggiungersi alla multa da 1 milione che già era stata inflitta alle due società di Ferragni da parte dell’Autorità garante del mercato.


«A DISPOSIZIONE»
«Ho piena fiducia nell’attività della magistratura – ha dichiarato ancora l’imprenditrice – e con i miei legali mi sono messa subito a disposizione per collaborare e chiarire ogni dettaglio di quanto accaduto nel più breve tempo possibile. Sono, invece, profondamente turbata per la strumentalizzazione che una parte dei media sta realizzando, anche diffondendo notizie oggettivamente non rispondenti al vero». Dopo le “Instagram stories” pubblicate domenica, quando aveva portato i bambini a cavallo, tutto tace nuovamente sui suoi profili social. Chiara Ferragni e Alessandra Balocco, così come i rispettivi team che si sono occupati delle varie operazioni per il lancio del famoso pandoro, saranno convocati nei prossimi giorni negli uffici della Procura di Milano per poter fornire le proprie versioni in merito alla vicenda. Sempre ieri, inoltre, le Fiamme Gialle si sono presentate nella sede dell’azienda Balocco a Fossano, nel Cunense, per acquisire ulteriori documenti.


Il pandoro che nel Natale del 2022 era diventato famoso per il particolare zucchero a velo rosa, era stato venduto a un prezzo maggiorato lasciando intendere che i ricavi sarebbero stati destinati all’ospedale Regina Margherita di Torino e in particolare all’acquisto di nuovi macchinari per i bambini malati. Una pubblicità ingannevole e scorretta, secondo l’Antitrust, in quanto - stando anche a ciò che è emerso dall’informativa depositata ieri - la donazione alla struttura sanitaria era già avvenuta nel maggio precedente, e ammontava a soli 50mila euro. L’influencer, inoltre, aveva pubblicizzato il prodotto sui social per un cachet di un milione.


L’aggravante della minorata difesa, data proprio dalla sponsorizzazione online dei pandori, ha permesso la contestazione del reato di truffa anche in assenza di querele da parte dei consumatori. Un’altra possibilità emersa nei giorni scorsi era quella del reato di frode in commercio, per il quale sarebbe invece bastato l’esposto inviato dal Codacons in 104 procure italiane. Il reato che le è stato contestato prevede che «con artifizi o raggiri» venga procurato «un ingiusto profitto con altrui danno». Non è escluso che altri prodotti venduti dall’influencer a scopo benefico possano finire prossimamente a loro volta nel mirino degli inquirenti. Tra questi, le uova di Pasqua Dolci Preziosi, i cui ricavi erano destinati a un’associazione che sostiene i ragazzi autistici, e le bambole Trudi vendute a favore dell’organizzazione no profit Stomp Out Bullying.


L’EFFETTO SUI SOCIAL
La diffusione della notizia della multa, a metà dello scorso dicembre, era stata già un duro colpo per l’imprenditrice digitale. Dopo il famoso video di scuse, in cui indossava la tuta grigia e un look apparentemente dimesso, pubblicato lo scorso 18 dicembre, Ferragni era sparita dai social. Non più un post né una storia, tanto meno foto in collaborazione con i vari brand. Oltre due settimane di silenzio che si erano concluse mercoledì scorso, alla fine delle feste. Chiara era tornata con un selfie e un messaggio per i follower, ai quali diceva che le erano mancati. Ma tanti seguaci digitali sono fuggiti dopo l’esplosione dello scandalo. Certo, non un numero così grande se paragonato a quello complessivo (a seguire Ferragni sui social sono 29,5 milioni di utenti) ma si parla comunque di quasi 200mila persone che l’hanno abbandonata in pochi giorni.

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