Andrea Ghira, dall'ergastolo alla latitanza: chi è il mostro del Circeo che non è mai stato in carcere

Martedì 14 Novembre 2023, 19:06 - Ultimo aggiornamento: 16 Novembre, 11:04

La morte di Rosaria e "la finta" di Donatella

Dopo poche ore ritornò però a Villa Moresca: fu il quel momento che Rosaria Lopez fu uccisa, annegata nella vasca da bagno. Poi tornarono da Donatella, che nel processo racconterà: «Poi sono tornati da me. Ho capito che l’unica, minuscola speranza che mi rimaneva era fingermi morta. Gianni Guido mi aveva fatto sdraiare per terra, mi aveva messo un piede sul petto e legato una cinghia attorno al collo. Ha tirato così forte che alla fine la fibbia si è rotta. Allora ha cominciato a infierire con la spranga e con i calci in testa. Izzo si esaltava nel dare ordini. Provava gusto nel vedermi soffrire. A un certo punto, ho sentito una voce che diceva: “Questa non muore mai”. Allora ho deciso di stare immobile, come un animale paralizzato di fronte al pericolo. Sono rimasta così ferma che Izzo e gli altri due hanno pensato di avermi uccisa. Mi colpivano e io non fiatavo: una morta non prova dolore». I tre ragazzi chiusero quindi Donatella e Rosaria nel bagagliaio della macchina di Guido, e partirono verso Roma, direzione via Pola. Lì lasciarono la macchina ed entrarono in un ristorante. Fu in quel momento che Donatella iniziò a picchiare sul cofano fino a quando un uomo la sentì e diede l'allarme: «Centrale… c’è un gatto che miagola nel baule di una 127 in via Pola».

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