Tumori, ecco i più diffusi: mammella, colon-retto, polmone e prostata. I numeri del 2023 (con 395mila casi stimati)

Martedì 12 Dicembre 2023, 11:35 - Ultimo aggiornamento: 13 Dicembre, 14:44

Il tumore al polmone "big killer" delle donne

Se in 13 anni sono 268mila le vite salvate dal cancro grazie ai progressi della ricerca, il tumore del polmone è oggi il big killer nelle donne. Lo rileva il report "I numeri del cancro in Italia" presentato oggi all'Istituto superiore di sanità. «In entrambi i sessi il numero osservato di morti causate da tutti i tumori è stato ogni anno, dal 2007 al 2019, inferiore al numero atteso rispetto ai tassi medi del 2003-2006 - sottolineano Fabrizio Stracci (presidente Airtum) e Diego Serraino (direttore Epidemiologia Oncologica e Registro Tumori del Friuli Venezia Giulia) -. In particolare, sono stati stimati negli uomini 206.238 e nelle donne 62.233 decessi in meno rispetto a quelli attesi, equivalenti a una diminuzione del 14,4% e del 6,1%. Il dato più eclatante riguarda la mortalità per cancro del polmone, causato in più dell'80% dei casi dal fumo. Negli uomini, il 36,6% delle morti oncologiche evitate nel periodo 2007-2019 è legato ai progressi compiuti nella lotta al tabagismo, oltre che alle migliorate pratiche diagnostico-terapeutiche. Nelle donne, a pari opportunità di diagnosi e cura, è stato documentato un eccesso di 16.036 morti per carcinoma polmonare, il 16% in più di quanto atteso. Un quadro che riflette una diversità di genere nella diffusione dell'abitudine di fumare nel corso del tempo e che suggerisce l'opportunità di portare avanti con forza la lotta al tabagismo».

L'abitudine tabagica «è più frequente fra gli uomini, fra i più giovani, nel Centro-Sud ed è fortemente associata allo svantaggio sociale», afferma Maria Masocco, responsabile scientifico dei sistemi di sorveglianza Passi e Passi D'Argento. Resta poi aperta anche la grande sfida della prevenzione secondaria. Solo lo screening cervicale, spiega Paola Mantellini, direttrice Osservatorio Nazionale Screening, «mostra un andamento un pò diverso rispetto agli altri programmi, con valori complessivi pre-pandemici intorno al 39%, un calo al 23% nel 2020, un livello di copertura del 35% nel 2021 e un ulteriore avanzamento pari al 41% nel 2022». Nel 2022 il miglioramento della copertura rispetto al 2021 è, almeno in parte, da imputare alla maggiore estensione degli inviti alla popolazione con una contemporanea transizione da Pap test a Hpv test a partire dai 30 anni di età

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