L'uso frequente di antibiotici si associa a maggior rischio di sviluppare colite ulcerosa e morbo di Crohn, specie dopo i 40 anni.
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Antibiotici e intestino, lo studio
Complessivamente, l'uso di questi farmaci è stato associato a un rischio maggiore di sviluppare malattie infiammatorie croniche intestinali (IBD), indipendentemente dall'età. Ma l'età più avanzata era associata al rischio più elevato. I soggetti di età compresa tra i 10 e i 40 anni avevano il 28% di probabilità in più di ricevere una diagnosi di IBD; i 40-60enni il 48% di probabilità in più, mentre gli ultrasessantenni il 47% di probabilità in più. I rischi erano leggermente più elevati per la malattia di Crohn rispetto alla colite ulcerosa: 40% tra i 10-40enni, 62% tra i 40-60enni e 51% tra gli ultrasessantenni.
Il rischio più elevato di tutti è stato osservato tra coloro a cui sono stati prescritti 5 o più cicli di antibiotici: 69% di rischio in più per le persone di età compresa tra i 10 e i 40 anni; rischio raddoppiato per le persone di età compresa tra i 40 e i 60 anni; rischio aumentato del 95% per gli ultrasessantenni. Ci sono alcune spiegazioni biologiche plausibili per questi risultati, suggeriscono gli autori, ad esempio la naturale diminuzione della resilienza e della diversità di microbi nel microbioma intestinale associata all'invecchiamento, che l'uso di antibiotici probabilmente aggrava. «Inoltre, con cicli ripetuti di antibiotici, questi cambiamenti possono diventare più pronunciati, limitando la capacitò di recupero del microbiota intestinale», aggiungono. Limitare le prescrizioni di antibiotici potrebbe non solo aiutare a contenere la resistenza a questi farmaci, ma anche a ridurre il rischio di IBD, propongono i ricercatori.