Dalla borsa del ghiaccio a una camera che sottopone il corpo a una temperatura a -130 gradi per tre minuti.
Una terapia che contrasta le infiammazioni, e aiuta il recupero fisico dopo un allenamento e dopo un infortunio. Tra gli atleti di punta, Usain Bolt e Cristiano Ronaldo per primi, il superfreddo è diventato un vero alleato. Per non mancare neppure una seduta, entrambi avrebbero destinato uno spazio della casa alla crioterapia.
Sono famosi i frigidarium, gli ambienti degli impianti termali nei quali era possibile immergersi in vasche con acqua fredda. Il trattamento con il freddo stimola la produzione di sostanze antidolorifiche e antinfiammatorie, stimola la circolazione sanguigna e il sistema endocrino, diminuisce la produzione di cortisolo (l’ormone dello stress) e favorisce lo smaltimento delle tossine. Per gli atleti la crioterapia, oltre a essere un sostegno per il recupero fisico dopo l’allenamento, è anche una delle migliori terapie post-infortunio. Le controindicazioni sono poche, soprattutto la pressione alta e le patologie cardiovascolari. Due le “stanze” nelle quali si può venire rinchiusi. La criosauna è una cabina circolare che lascia libera la testa. Il freddo viene generato nella maggior parte dei casi da azoto liquido e le temperature possono arrivare anche a -180 gradi. La criocamera, invece, è una cabina con pareti raffreddate da azoto liquido, al cui interno il termometro varia tra i -110 e i -130 gradi. Ci entra il più possibile scoperti (in costume), proteggendosi però con i guanti, una fascia per coprire le orecchie, una mascherina per naso e bocca, calze e ciabatte.