I contagi non diminuiscono come previsto, e ci sono ancora centinaia di morti per Covid: l'ultimo bilancio, relativo al 6 dicembre, è di 18.887 nuovi casi e 564 morti.
Addio maxi-riunioni di famiglia per le feste di fine anno. Se dal Comitato tecnico scientifico si rinnova l'invito ad evitare assembramenti e a limitare al massimo i contatti sociali, Ricciardi, si unisce al coro degli esperti: «Anche noi eravamo abituati a riunioni familiari con 15-20 persone, ma quest'anno non si può. Festeggerò con mia moglie e le mie figlie».
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«Non bisogna allentare troppo presto, o dare l'impressione che la zona gialla sia liberi tutti. Altrimenti - sottolinea con forza Ricciardi - c'è il rischio di un ulteriore aggravamento dell'ondata epidemica. Se invece terremo duro, a gennaio arriverà il calo vero dei nuovi casi, così come quello dei decessi. Attenzione però - ammonisce - riuscire a ridurre la curva non è ineluttabile: se non si capisce che le evidenze valgono per tutta Italia e che il virus non conosce confini, c'è il rischio che la curva torni a crescere. E questo proprio quando ci aspettiamo il maggior numero di casi di influenza». Uno scenario da incubo per l'inizio del 2021.
Non vaccinare gli italiani infettati e guariti? Per Ricciardi è più che altro una questione organizzativa: «Le dosi di vaccino all'inizio saranno limitate, dunque andranno riservate prima ai soggetti più esposti per rischio o per età. Dunque gli operatori sanitari e quelli essenziali, oltre che i soggetti più fragili, ovvero gli anziani ricoverati nelle strutture e quelli che sono a casa».
Galli: non ripetere gli errori dell'estate
«Se si riesce a stabilire una tendenza favorevole significa che le misure danno risultati. Ma questo non significa che dobbiamo abbassare la guardia, per non ripetere gli errori fatti in estate. Abbiamo avuto 20mila morti che avremmo potuto evitare». Lo ha evidenziato Massimo Galli, l'infettivologo dell'ospedale Sacco-università di Milano, ospite di 'Agorà' su RaiTre.