Roma, palpeggia due minorenni, filma la scena e poi scappa: 40enne egiziano condannato a 2 anni

L’episodio era avvenuto in via Tuscolana: all’arrivo di un agente l’uomo aveva tentato di distruggere il cellulare

Mercoledì 20 Settembre 2023 di Federica Pozzi
Palpeggia due minorenni, filma la scena e poi scappa: 40enne condannato a 2 anni e 4 mesi

Le aveva palpeggiate per strada filmando tutto con uno smartphone. è finito in manette con l’accusa di violenza sessuale nei confronti di due minorenni, Majed Abdlaziz, 40enne di origini egiziane, e ieri è stato condannato a due anni e quattro mesi per violenza sessuale. L’uomo aveva palpeggiato le ragazzine in via Tuscolana filmando la scena.

Inutile il tentativo della difesa nel sostenere che l’atto in sé è durato “circa un secondo” e che le vittime avevano detto di aver avvertito solo di un fastidio. 

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LA VICENDA
I fatti sono accaduti nel tardo pomeriggio del 30 luglio. Un poliziotto che non era in servizio aveva notato in via Giulio Agricola due ragazzi che inseguivano il 40enne che, una volta fermato, ha gettato a terra il telefono cercando di danneggiarlo. Un gesto insolito come risposta alla richiesta di documenti da parte delle forze dell’ordine che è stato poi chiaramente letto come un tentativo di eliminare le prove della violenza appena consumata. 

A confermare la versione le due vittime che, raggiunte dalla polizia, hanno raccontato di essere state palpeggiate su via Tuscolana dall’uomo che teneva il dispositivo in mano con l’intento di filmare la scena e che poi si era dato alla fuga inseguito dagli amici delle ragazze. Arrestato con l’accusa di violenza sessuale a danni di minori, era stato processato per direttissima il giorno seguente ed era stato sottoposto all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. 

LA CONDANNA
L’imputato, che aveva negato l’addebito, ammettendo solo un contatto, ma del tutto involontario e senza scopo di natura sessuale con le minorenni, è stato giudicato ieri con rito abbreviato dalla quarta sezione collegiale e condannato due anni e quattro mesi, oltre al pagamento delle spese legali. Per quanto riguarda il telefono, sequestrato al momento dell’arresto, perché considerato uno strumento del reato del reato, ne è stata ordinata la confisca e la distruzione. È stato vano il tentativo della difesa che ha provato a ridimensionare la vicenda. Oltre a sostenere che l’imputato fosse scappato temendo per la propria incolumità, perché inseguito da un gruppo di giovani che, a causa dell’incomprensione da parte sua della lingua italiana, non capiva cosa volessero, l’avvocato di Abdlaziz ha sottolineato come le dichiarazioni delle parti offese si riferissero soltanto a uno sfioramento, sostenendo di non essersi rese conto della portata del gesto ma di aver avvertito solo un fastidio. La difesa che ha anche tentato anche di puntare sulla durata del gesto in questione “di circa un secondo”, rifacendosi alla recente sentenza di assoluzione di un bidello. 

LE MOTIVAZIONI
Come si legge nella sentenza, «Dalle risultanze probatorie è possibile ritenere con la necessaria certezza che Abdlaziz si sia effettivamente reso responsabile del reato di violenza sessuale». La condotta vietata comprende infatti – sottolineano i giudici – «qualsiasi atto che, risolvendosi in un contatto corporeo tra soggetto attivo e soggetto passivo, ancorché fugace ed estemporaneo, o comunque coinvolgendo la corporeità sessuale di quest’ultimo, sia finalizzato e normalmente idoneo a porre in pericolo la libertà di autodeterminazione del soggetto passivo nella sua sfera sessuale». Il collegio ha pero riconosciuto, come chiesto dal pm e dalla difesa, l’ipotesi della minore gravità del reato in quanto «la condotta è stata contenuta in un limitato lasso di tempo con palpeggiamento delle parti intime che, seppur violento, non ha compromesso in maniera grave la libertà sessuale della vittima».
 

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