La "miccia" che aveva fatto nascere la discussione, poi sfociata in una violenta aggressione, era legata all'invasione russa dell'Ucraina. Venerdì scorso, a un anno esatto dall'inizio della guerra, un 25enne originario di Kiev è stato condannato, al termine di un processo celebrato con il rito abbreviato, a 5 anni e 4 mesi di reclusione per tentato omicidio, lesioni aggravate e resistenza a pubblico ufficiale.
Secondo quanto ricostruito dal pubblico ministero Edoardo De Santis, titolare dell'indagine, Andrii P. «compiva atti idonei, diretti in modo non equivoco, a cagionare la morte» di Erkin M., un cittadino russo di 45 anni con cui condivideva una stanza all'interno dell'istituto religioso Lucia Noiret, in via Coronelli, zona Pigneto. Entrambi, infatti, vivono in Italia senza una fissa dimora.
Una convivenza difficile da affrontare giorno dopo giorno, considerate le divergenze politiche tra ucraini e russi legate alla guerra.
I FATTI
Il diverbio è nato il 16 agosto dell'anno scorso, dopo una serata trascorsa a bere. Le schermaglie tra i due proseguivano da giorni, fomentate anche dalla crisi che il popolo ucraino sta vivendo da febbraio 2022, cioè da quando è iniziata quella che il presidente russo Putin chiama "operazione militare speciale". A un certo punto, intorno alle 23, il giovane ucraino ha perso le staffe: «Siete solo degli invasori», è il senso delle parole gridate nel corso della lite con il compagno di stanza russo. In un primo momento Andrii gli ha sferrato dei pugni alla testa, «poi, dopo aver impugnato un coltello, lo colpiva con la lama - si legge nel capo di imputazione - al capo, alla gola e alla mano sinistra», provocando a Erkin ampie ferite da taglio.
Il personale dell'istituto religioso Lucia Noiret, sentendo le urla del russo, ha subito chiamato i carabinieri. Ma il 25enne non si è placato nemmeno alla vista degli uomini in divisa e ha aggredito, con calci e pugni, i militari del nucleo operativo della Compagnia Casilina e della stazione Centocelle intervenuti sul posto. L'ucraino è stato quindi arrestato e condotto nel carcere di Regina Coeli.
Venerdì scorso il giudice dell'udienza preliminare del Tribunale di Roma, Tiziana Coccoluto, lo ha condannato a 5 anni e 4 mesi di reclusione. L'imputato, difeso dall'avvocatessa Sara Poeta, ha potuto usufruire dello sconto di un terzo della pena previsto dalla scelta del rito abbreviato.