Casamonica a Roma, estorsioni per pagare i legali: «Avevo paura, era meglio tenerli amici...»

Il processo: 5 nuove condanne nei confronti del clan familiare, 37 anni in tutto

Giovedì 23 Febbraio 2023 di Valeria Di Corrado
Estorsioni per pagare i legali Casamonica-Di Silvio: 37 anni

Da un sopruso ne nasce un altro: è questo il "metodo Casamonica" che ieri ha portato il Tribunale di Roma a emettere 5 nuove condanne nei confronti del clan familiare più temuto della Capitale, per un totale di 37 anni di reclusione. Dopo che i fratelli Alfredo e Vincenzo Di Silvio vennero arrestati il 7 maggio 2018 per l'aggressione della disabile Simona Rossi al Roxy Bar della Romanina, con l'accusa di lesioni e violenza privata aggravate del metodo mafioso, la madre dei due giovani, Ivana Casamonica, pretese che a pagare le spese legali fosse un estraneo che frequentava la loro casa di via Barzilai per comprare droga.

La 52enne, per essere convincente, lo minacciava dicendogli che, «se avesse voluto mantenere "pacifici" rapporti con la sua "famiglia"», avrebbe dovuto farsi carico delle spese legate alla detenzione dei suoi figli. «E lì le cose poi mi mettevano ancora più ansia, perché dovevano pagare gli avvocati e quindi gli dovevo dare i soldi per gli avvocati», ha raccontato la vittima durante il processo.

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«IL NOME FACEVA PAURA»
«Quindi questa soggezione, questa preoccupazione nei confronti di queste persone, lei l'aveva anche prima del Roxy Bar?», gli aveva chiesto il pubblico ministero Edoardo De Santis, titolare dell'indagine. «Il nome certo che mi faceva paura», ha confermato la persona offesa. «So i Casamonica, so i Di Silvio, cioè sparire non potevo (...) Avevo paura per la mia famiglia, per mia moglie, che abitiamo manco a un chilometro da casa (...) Mi metteva un'ansia, perché se non gli rispondevo avevo paura che si agitavano, era meglio tenerli amici, per quello. A me anche adesso, riparlarne, mi sta risalendo quel senso di agitazione (...) Poi si sa, io sono uno contro chissà quanti». Alla fine, la vittima è stata costretta a consegnare a Ivana Casamonica 500 euro per le spese che lei stessa doveva sostenere per l'arresto dei figli. Quei soldi «li toglievo alla casa, li toglievo a mia moglie - ha spiegato l'uomo - morivo per quello che stavo facendo nei confronti di mia moglie, levavo soldi alla famiglia».
Come ha riferito il pm durante la sua requisitoria, la vicenda del Roxy Bar «ha ulteriormente inciso nella percezione della persona offesa quanto alla caratura criminale della famiglia Casamonica, i cui membri sono apparsi ancora più pericolosi per l'ostentata volontà di predominio sul territorio». «Ho pensato che fossero più grossi di quello che sapevo, cioè, se andavano a fare delle minacce così o a picchiare della gente al bar davanti a tutti, sono diventati più grossi di quello che pensavo nella mia testa», ha specificato la vittima.

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Ivana Casamonica è stata quindi condannata ieri a 14 anni di reclusione per estorsione aggravata dal metodo mafioso. Al cognato Alfredo Di Silvio (classe 1970) sono stati inflitti 8 anni di carcere per un'altra tentata estorsione, sempre aggravata dal metodo mafioso, nei confronti della stessa vittima: «Se domani mattina non vieni qua, te veniamo a casa... mo hai rotto il c...». Anacleto Di Silvio è stato condannato a 7 anni, Silvio Di Vitale a 4 anni e mezzo e Alevino Di Silvio a 3 anni e mezzo. Per evidenziare il clima di intimidazione, il pm ha sottolineato «l'atteggiamento di estrema reticenza mostrato dai testi (vittime di usura, ndr), che hanno negato qualunque rapporto economico con Enrico Di Silvio nonostante fosse già deceduto».

 

Ultimo aggiornamento: 24 Febbraio, 08:58 © RIPRODUZIONE RISERVATA