Non hanno fatto in tempo a preparare la cassetta dei 100 giorni, a scattare selfie scemi fuori scuola, forse non si saluteranno neanche. Dopo 5 anni insieme, si sono visti strappare l'uno all'altro, proprio in quell'età in cui nascono rapporti che resteranno per sempre, uno sguardo d'intesa e spariscono i capelli bianchi. I più inossidabili, quelli che il tempo contribuisce solo a render leggendari, quelli dei ricordi più scanzonati, che strappano una risata anche quando si è soli e stanchi.
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Un anno interrotto quello dei maturandi 2020. Forse non dovranno sopportare il pathos della vigilia, dello studio matto e disperatissimo, dei bigliettini, della notte prima degli esami. Niente di tutto ciò per questa generazione in mascherina e guanti, e passi per gli studenti delle terze medie ma anche lì, che tristezza, chiudere un ciclo senza una pizza finale, un abbraccio, un timido accenno di affetto. Un saluto a quel prof, che ha sempre sorriso un po' di più. Un anno scolastico spazzato via, da questo virus che è ancora tra noi e ci costringe all'isolamento. Hanno resistito nell'età più ribelle, quando è difficile capire perché no. Spiazzati da questa bolla protettiva in cui li hanno rinchiusi i grandi. Non avevano un futuro, dicevamo un tempo. Per ora nemmeno un presente.
raffaella.troili@ilmessaggero.it
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