A scuola il regolamento anti-covid, e un papà va in confusione

Lunedì 28 Settembre 2020 di Pietro Piovani
A scuola il regolamento anti-covid, e un papà va in confusione
Ogni mattina Gino porta la figlia all’asilo e durante il tragitto ripassa mentalmente il regolamento anti-covid: la fila con distanziamento all’ingresso, la misurazione della febbre, il percorso nei corridoi indicato dalle frecce, la sostituzione delle scarpette usate per il viaggio con quelle da usare solo a scuola, l’igienizzazione delle mani, la consegna della bambina alle maestre senza dimenticarsi di lasciare l’autocertificazione scrupolosamente compilata a casa, il percorso per l’uscita diverso da quello dell'entrata. «Dopo due settimane - confessa Gino - eseguo queste operazioni ancora con l’intimo timore di sbagliare e di essere redarguito». Particolare apprensione gli viene dalla rigidità degli orari. «Mercoledì sono arrivato in ritardo di un paio di minuti sulla fascia oraria prevista per l’uscita di mia figlia: il cancello era aperto, mi sono tuffato dentro ma poi ho trovato il portone sbarrato, bussavo e nessuno mi sentiva, sono tornato al cancello per citofonare ma qualcuno nel frattempo l’aveva chiuso: ero in trappola. Intanto ricevevo le telefonate di mia moglie: “Mi hanno chiamato le maestre, hanno detto che devi assolutamente andare a prendere la bambina”. Sudavo freddo. Infine, recuperata un po' di lucidità, ho telefonato al numero della scuola e una bidella mi ha aperto. Mi ha misurato la temperatura: il termometro segnava 34, la bidella voleva chiamare un dottore. Sono corso verso la classe di mia figlia: l’ho trovata abbracciata con due compagni. I bambini non si preoccupano delle norme anti-covid. Pare che per loro sia più difficile contagiarsi. Speriamo bene».

pietro.piovani@ilmessaggero.it
Ultimo aggiornamento: 16 Febbraio, 07:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA