Alcuni sono stati svegliati di soprassalto, altri hanno avuto i riflessi “pronti” per disfarsi di quanto avevano nascosto in casa. Quartiere Magliana, il 27 marzo inizia così: dieci perquisizioni domiciliari, un arresto, due segnalazioni in Prefettura nonché recupero di droga e armi.
IL MOVENTE
Le indagini, delegate alla Squadra Mobile e coordinate dalla Dda, hanno finora cristallizzato l’entourage della vittima che, come era pure prevedibile, non ha fornito elementi utili per risalire ai suoi aggressori. Probabilmente, considerato il modo in cui si è consumato l’agguato - firmato altresì da persone preparate che prima di esplodere i colpi hanno fatto almeno un giro di ricognizione per assicurarsi che l’uomo fosse solo - Garofolo potrebbe aver accumulato dei debiti. Forse proprio per droga o essersi messo in contrapposizioni con altri pregiudicati che a Magliana continuano a fare affari con gli stupefacenti a un livello intermedio. Insomma, una storia che potrebbe rivelarsi non diversa da molte altre narrazioni dove per un debito, appunto, o per un’invasione di “campo” i conti si provano a regolare in questo modo: a suon di proiettili conficcati nelle gambe. La “ciclicità” della storia che vale bene tanto alla Magliana quanto a Roma Est (è di qualche settimana fa l’operazione di polizia sul giro dei fratelli Daranghi e di Alex Corelli: droga e gambizzazioni usate per punire chi aveva sbagliato). Lunedì mattina a bordo di una panda nera erano in tre: guanti in lattice, mascherine sul volto e cappucci calati sulla testa. Sono scesi in due e uno ha sparato. E pur con diversi testimoni, al momento, per via del mascheramento, quei tre uomini restano da identificare