«Ho due figli: uno è iscritto nel plesso Assarotti, quello con un ceto definito medio-basso e l'altro alla sede di via Taverna con un ceto medio-alto. Se davvero ci fosse questa distinzione sarei forse un pazzo. La verità è un'altra».
Roma, scuola divide studenti: «Qui figli dell'alta borghesia». Ira ministro, poi la retromarcia
«Ricchi, italiani, niente disabili né rom»: ecco cosa sono i rapporti di autovalutazione
Francesco D'Anzilio è il presidente del consiglio di istituto dei genitori dell'Istituto comprensivo via Trionfale e rifugge ogni tipo di classificazione per tutti i bambini che frequentano i 4 plessi finiti al centro della polemica per la presentazione della scuola. «La nostra è una comunità profondamente unita, che non fa alcun tipo di distinzioni. Quella presentazione, sbagliata nella formula, è tuttavia datata e credo che risalga almeno al 2012. Nel vecchio sito della scuola era relegata in uno spazio marginale poi con la modifica è venuta fuori ma sappia che avevamo già richiesto la rimozione prima che esplodesse il caso perché quella descrizione è sicuramente offensiva anche perché pur tra tante diversità, culturali, sociali ed economiche, la scuola Trionfale ha fatto dell'inclusività un modello di crescita e sviluppo».
«La preside stessa continua il genitore non ha mai voluto ghettizzare gli alunni e tenga conto che anche il gruppo genitoriale è molto coeso.
Roma, scuola divisa per ceto sociale, un papà: «Qui nessuno viene ghettizzato. C'era pure un rom aiutato da tutti»
Giovedì 16 Gennaio 2020 di Camilla MozzettiCi sono diversi plessi dislocati in aree del territorio che non sono tutte univoche ma il nostro istituto ha sempre lavorato per unire e non dividere». Un esempio? «Tempo fa a scuola arrivò un bambino rom i cui genitori erano entrambi in carcere ed ha frequentato le lezioni nel plesso definito borghese, tutte le famiglie e gli alunni lo hanno aiutato, valuti lei».