Furti nelle scuole a Lenola e Monte San Biagio, banda delle macchinette in azione

Martedì 14 Gennaio 2020 di Barbara Savodini
Danni ingenti a porte e finestre delle scuole ma bottino davvero magro

Furti nelle scuole di Monte San Biagio e Lenola, danni ingenti ma bottino scarso.
La banda delle macchinette torna in azione anche se, a giudicare dagli ultimi due colpi messi a segno, si tratta di ladri piuttosto maldestri.

Il primo furto la notte tra domenica e lunedì, ai danni della scuola media di via del Mare a Lenola.
Ignoti si sono introdotti nell'edificio forzando una porta e una finestra.

In pochi istanti i ladri si sono diretti verso i distributori di snack e bevande e li hanno scassinati portando via poco più di dieci euro in monetine.

Tanti danni per nulla insomma. Del caso è stato subito interessato il vice sindaco nonché assessore alla pubblica istruzione Severino Marrocco.

«Niente di grave - rassicura l'amministratore - anche se simili gesti non mancano di destare apprensione». Il caso è stato denunciato ai carabinieri di Lenola che ora indagano sulla vicenda.

I furti a Monte San Biagio 

Poco dopo, probabilmente la stessa banda di ladri, ha preso di mira anche l'Istituto Giovanni XXIII di Monte San Biagio. Identico il modus operandi. Ignoti si sono introdotti nell'edificio scolastico, danneggiando alcune porte, ma poi non sono riusciti a ripulire i distributori di snack e bevande probabilmente perché messi in fuga da qualcosa.

Su questo secondo episodio indagano i carabinieri di Monte San Biagio.

Furti da nulla che però riportano all'attenzione una tematica denunciata più e più volte dagli imprenditori: sia dai gestori delle macchinette che da chi le ospita nelle proprie attività.

«Troppi furti impuniti»: la denucia degli imprenditori

Tra effrazioni, finestre rotte e distributori manomessi un servizio per la collettività finisce infatti per costare caro: in questo caso saranno i comuni a dover riparare i danni ma in passato è già toccato ai privati. Il tutto senza che si riesca mai ad assicurare alla giustizia i responsabili. 
Dopo lo sfogo degli imprenditori lo scorso anno, insomma, nulla sembra essere cambiato.

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