Il messaggio è lì bello luminoso, uguali per entrambi i display che sovrastano gli ingressi delle stazioni di Castro Pretorio e Policlinico. Due fermate circa 1,5 km tra loro ma d'importanza strategica. «Stazione chiusa per sostituzione ascensore e scale mobili» recita la scritta. I cittadini ormai l'hanno imparata a memoria visto che la prima festeggerà un anno di chiusura il 5 ottobre e la seconda (4,8 milioni di passeggeri registrati nel 2019) lo farà il 29 novembre. «E' il solito immobilismo di Roma che va a discapito nostro.
LE MOTIVAZIONI
Lo scorso autunno si diceva che le due stazioni avrebbero dovuto riaprire in tempi «ragionevolmente brevi». La chiusura delle due fermate (consecutive tra loro), nella trafficata tratta compresa tra Termini e piazza Bologna, è dovuta semplicemente a «lavori di sostituzione integrale degli impianti di traslazione, scale mobili e ascensori, arrivati a fine vita tecnica dopo 30 anni di utilizzo». Eppure qui non si sono verificati incidenti con feriti - come nella stazione metro di piazza della Repubblica, quasi tre anni fa - né conseguenti sequestri da parte della Procura. Il rinnovo delle scale mobili fa parte del piano di interventi necessari e indifferibili. I tempi avrebbero dovuto essere brevi ma i vari ritardi hanno portato alla situazione attuale. I lavori sono tecnicamente conclusi, la chiusura è dovuta alla mancanza dei collaudi obbligatori da parte dei tecnici dell'Ustif (Ufficio speciale trasporti a impianti fissi) del ministero delle Infrastrutture. Una volta completate arriveranno le autorizzazioni alla riattivazione degli impianti: solo a quel punto le fermate potranno tornare accessibili. «Nel corso dei lavori di smontaggio delle scale da sostituire sono emerse alcune criticità imprevedibili che hanno richiesto diversi interventi straordinari per la loro risoluzione» hanno spiegato i tecnici. Già peccato però che nessuno si sbilanci più nel dare una data di riapertura.