È soddisfatto il prefetto di Roma Matteo Piantedosi perché i «romani hanno mostrato un alto senso di responsabilità, a loro va il mio plauso e l’invito a continuare in questo modo.
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«Nei prossimi giorni inizieremo a valutare il da farsi - prosegue il Prefetto - Ad oggi la Regione Lazio resta una Regione aperta poi bisognerà considerare il momento ma abbiamo avviato un’esperienza utile per il futuro». Non era semplice riuscire nell’intento, al contrario. La soluzione più facile, in termini di risorse (umane ed economiche), sarebbe stata quella di chiudere il Centro ma questo avrebbe comportato un rischio enorme: creare le condizioni per rivolte e agitazioni. «Collaborare significa aiutare le autorità pubbliche a consentire la giusta attenzione ma nello stesso tempo il mantenimento di tutti gli spazi di libertà concessi».
L’EQUILIBRIO
«Si è trovato l’equilibrio: evitare il più possibile gli assembramenti e nello stesso tempo non penalizzare gli esercenti e tutti coloro i quali - aggiunge ancora Piantedosi - hanno attività nelle zone centrali. Abbiamo rischiato molto ma questo sistema di filtraggio e controllo messo in atto ha dato i risultati sperati». Difficile - ma non impossibile come poi la realtà ha decretato - mettere insieme «la piena consapevolezza della delicatezza del momento e la necessità di tutti di partecipare alla buona riuscita del piano permettendo di vivere la socialità anche in questi tempi. Sono orgoglioso dei romani e mi sento di ringraziare anche le forze dell’ordine tutte per il lavoro svolto. Nessun sistema sanzionatorio e di controlli può funzionare se non c’è la partecipazione convinta e civile dei cittadini». Un altro aspetto delicato tuttavia riguarda le migrazioni tra Regioni, tra quelle (poche) gialle come il Lazio e i territori di fatto in lockdown come le vicine Campania o Toscana anche in ambito sanitario. «Le migrazioni non sono consentite ma non per quei casi specificati dal Dpcm e in settimana - conclude il Prefetto Piantendosi - affineremo le misure». Fermo restando che anche su questo fronte è ben diverso il movimento tra chi pensa di raggiungere la seconda casa al mare o in montagna e chi ha bisogno di cure.