Un inizio stentanto dei tamponi alla comunità del Bangladesh a Roma che però, con il passare dei giorni, si è trasformato: da una manciata di persone a vere e proprie code all'ingresso dei centri dell'Asl Roma 2. Dai pochi test nel primo giorno «ai 300 di ieri, con un centinaio di persone in fila già oggi», sottolinea l'Asl Roma 2 all'Adnkronos Salute. L'intervento messo in campo dalla Regione Lazio per sorvegliare i possibili casi di importazione di Covid-19 dal Bangladesh a Roma è dunque decollato, dopo un avvio leggermente in sordina. A far cambiare marcia potrebbe essere stato l'appello, in lingua bengali, lanciato martedì dalla Regione in collaborazione con i vertici della comunità del Bangladesh e la possibilità di recarsi tutti i giorni al drive in di Santa Caterina delle Rose (Via Nicolò Forteguerri), mentre sabato e domenica anche a Piazza della Maranella e a Via degli Eucalipti. La sorveglianza sanitaria è indirizzata a tutti coloro che dal 1 giugno sono rientrati dal loro Paese o siano entrati in contatto stretto con persone di rientro dal Bangladesh. L'allarme, e la conseguente decisione del ministero della Salute di fermare i voli speciali da Dacca, è scattato per la prima volta la scorsa settimana quando è stato registato dall'Unità di crisi del Lazio un aumento dei positivi nella comunità.
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La Regione è intervenuta con i tamponi e i test sierologici ai passeggeri in arrivo da Dacca direttamente in aeroporto.