Ultimo assalto ai ristoranti dei Castelli prima della chiusura decisa dal Governo per il Coronavirus.
I ristoranti della Castelli sono centinaia, attirano migliaia di romani e sono uno dei perni dell’economia della zona. Le misure anti Covid, spesso contdraddittorie, tra aperture, raiperture, deserti a pranzo e folla la domenica, stanno mettendo in ginocchio il settore. Per Claudio Ciocca, ristoratore di Grottaferrata, «nei fine settimana in molti locali si è sfiorato il tutto esaurito. La gente ha voglia di uscire e di ritrovarsi, dopo il periodo buio della pandemia. Nei giorni feriali i clienti si contano sulle dita di una mano». Secondo i titolari nell’ultimo periodo, nonostante i locali siano rimasti aperti a lungo fino alle 18, le perdite economiche sono state consistenti. «Il fatturato – spiega Alain Rosica, chef di Frascati – rispetto al periodo prima dell’epidemia è sceso di almeno il 70 per cento. L’apertura dei locali fino alle ore 18 ripaga solo in parte delle spese sostenute».
I ristoratori per far quadrare il bilancio sono ricorsi a diverse iniziative. Alcuni hanno chiuso parzialmente le attività. «Finora – spiega Andrea Carfagna, titolare di un ristorante di Albano – siamo rimasti aperti solo il venerdì, il sabato e la domenica. Con la apertura fino alle ore 18 nei giorni feriali c’erano molte spese. Adesso speriamo che arrivino i fondi per la cassa integrazione. Non vogliamo perdere i dipendenti dopo che abbiamo impiegato tempo e risorse per la loro formazione». Drastico sulle scelte da operare è, invece, Josè Amici, chef di Ariccia. «Dopo questa ennesima chiusura – sostiene – niente sarà come prima. Dobbiamo attrezzarci per le nuove esigenze dei consumatori. Stiamo pensando a diverse iniziative tra cui quella di andare a cucinare direttamente a domicilio con menù che saranno indicati dagli stessi consumatori». Boom di presenze si prospetta anche al lago di Castel Gandolfo tra oggi e domani. «Da noi - commenta Daniele Carducci, ristoratore di Castel Gandolfo - i clienti nei fine settimana non mancano. Da considerare, però, che i posti tavola sono ridotti di un terzo per il rispetto delle normative anti Covid. Non ci lamentiamo, e pensiamo di aver fatto un buon lavoro. I problemi inizieranno dalla prossima settimana».