Lazio, ristoranti chiusi fino a marzo, ora la Regione frena sui divieti

Giovedì 10 Dicembre 2020 di Camilla Mozzetti
Lazio, ristoranti chiusi fino a marzo, ora la Regione frena sui divieti

Turbolenze alla Pisana. E non per via del maltempo. Le ultime frizioni nell’esecutivo di Nicola Zingaretti riguardano i divieti e le misure necessarie a combattere la diffusione del Covid.

Da una parte l’assessore alla Sanità Alessio D’Amato che in un’intervista rilasciata a Il Messaggero guarda «alla primavera» per allentare le restrizioni come lo stop a bar e ristoranti alle 18 e il coprifuoco alle 22, dall’altra il vicepresidente Daniele Leodori, in contatto in questi mesi con le categorie di commercianti e ristoratori per le misure anti-crisi. Categorie che ieri hanno protestato. «La Regione - sostiene Leodori - non ha previsto chiusure dei locali fino a marzo. Stiamo monitorando la curva dei contagi a seguito dell’ultimo Dpcm in vigore fino al 15 gennaio.

Solo allora decideremo come intervenire». Per D’Amato, fautore della linea della massima prudenza, è difficile farsi illusioni: «È vero che oggi diminuiscono i ricoveri - ha chiarito nell’intervista - ma abbiamo ancora 1.500 casi al giorno. Non sono pochi». Ecco perché l’orizzonte per allentare le chiusure, per il responsabile della Sanità, «è la primavera». Parole che naturalmente hanno scatenato la reazione del settore commercio. «Il 14 scenderemo in piazza con un presidio», ha detto Claudio Pica della Fiepet Confesercenti.

 
Nel mezzo c’è da capire che fine faranno le strutture di vendita superiori ai 2.500 metri quadri che non rientrano nei centri commerciali (chiusi nei weekeend fin dopo le Feste per volere del governo) e i mercati all’aperto e al chiuso (alimentari esclusi) del fine settimana, come Porta Portese. Nell’ultima ordinanza regionale scaduta l’8 dicembre queste realtà non potevano aprire nel weekend. Per i centri commerciali la questione è stata risolta dal dpcm, ma per queste realtà permane l’incertezza. Molto dipenderà dall’indice dei contagi ma non guardando i numeri assoluti dei nuovi positivi giornalieri quanto più il rapporto percentuale tra tamponi svolti e casi accertati. La questione sarà discussa nel prossimo Comitato per la sicurezza che il prefetto Matteo Piantedosi presiederà a breve. Intanto la sindaca Raggi ha firmato l’ordinanza che rimodula gli orari di apertura delle attività commerciali di vicinato (in vigore fino al 6 gennaio) nell’ottica di fornire qualche ora in più al mattino. 
CATEGORIE ALIMENTARI
Per le categorie alimentari, i commercianti potranno decidere di alzare le saracinesche dal lunedì al venerdì tra le 5 e le 8.15 del mattino. Per le altre tipologie - abbigliamento, calzature, oggettistica - invece si potrà iniziare a lavorare dalle 9.15. Esclusi dalla rimodulazione i ferramenta, mentre per «parrucchieri ed estetisti fino al 6 gennaio è consentita l’apertura domenicale - spiega Stefano Di Niola segretario della Cna Roma - il provvedimento permetterà a molti di recuperare qualche cliente».
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA