Coronavirus, caos supermercati «Pronti a scioperare» Altolà del Garante `

Domenica 15 Marzo 2020 di Lorenzo De Cicco e Raffaella Troili
Coronavirus, caos supermercati «Pronti a scioperare» Altolà del Garante `

Mentre i romani si mettono ordinatamente in coda ai supermercati per fare la spesa, i sindacati dei dipendenti che lavorano tra le casse e gli scaffali minacciano uno sciopero. Anzi, lo hanno proprio indetto, ieri pomeriggio, in piena emergenza virus. Solo a Roma e nel Lazio. Risultato: per un'ora diversi ipermarket della Capitale hanno chiuso i battenti in anticipo, alle 18. Per fortuna i sindacalisti (le sigle sono Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs) alla fine hanno fatto una mezza retromarcia, sospendendo la protesta, in attesa di un vertice che si terrà stamattina alla Regione Lazio, in videocall. Anche l'Authority degli scioperi ha acceso un faro sulla serrata: il garante Giuseppe Santoro Passarelli, con tutta la commissione, sta seguendo da vicino la vicenda e già domani, se la mobilitazione dovesse proseguire senza accordi tra le parti, potrebbe prendere provvedimenti. L'obiettivo dell'Autorità è chiaro: va sì tutelato chi lavora a contatto con molte persone ogni giorno, dall'altro, durante un'emergenza senza precedenti come questa, la grande distribuzione alimentare non può mostrare alcun cedimento. Anzi, come ha ribadito anche il premier Giuseppe Conte, i supermercati devono restare aperti. Anche per evitare sregolati assalti come quelli che si erano visti dopo il primo decreto del governo che ha dichiarato tutta l'Italia zona protetta.
Dopo le rassicurazioni di Palazzo Chigi, tutto sembrava filare liscio: i romani si sono messi in fila in buon ordine, a un metro di distanza l'uno dall'altro, senza sorpassi o spintoni. Ieri però l'agitazione era palpabile, in diversi esercizi, quando sono cominciati ad apparire i cartelli «si chiude alle 18», in bella mostra sulle vetrine. Perché protestano i lavoratori dei supermercati? Vorrebbero che gli esercizi chiudano sempre alle 18, dato lo stop anticipato dei mezzi pubblici (ultima corsa alle 21). Per questo è scattata la protesta di ieri - proprio alle 18, non a caso - uno sciopero poi revocato, alla luce della disponibilità da parte della Regione di convocare per oggi un incontro in video conferenza. Dunque, una provocazione, un sos per arrivare a una soluzione, che ha visto un'adesione scarsa ma ha portato al risultato, che è quello che chiedevano per le vie istituzionali il direttore di Confcommercio Pietro Farina e Valter Giammaria, presidente di Confesercenti.
Anzi, proprio i commercianti hanno attaccato questa forma di protesta, giudicata dannosa e inopportuna, in un momento così delicato per tutta la città. La Confcommercio, col diggì Farina, ha sottolineato che la serrata è stata proclamata alle 13.15 per le 18. Un blitz, insomma. «Non possiamo stigmatizzare il diritto di sciopero, ma riteniamo inutile ed inopportuno - dice l'organizzazione dei commercianti - che si usi questo strumento di pressione, solo per Roma ed il Lazio, in questo momento, creando solo ulteriore confusione e disagio». Eh sì, perché le stesse sigle che protestavano nella Capitale e nel resto della regione, in altre parti d'Italia non chiudevano nemmeno un supermarket. «Da noi non c'è nessuno sciopero», confermava il rappresentante di una delle sigle in Lombardia. Per Confcommercio ora «la strada corretta è quella che abbiamo avviato noi, e cioè la richiesta istituzionale al governo, con richieste sostanzialmente analoghe a quelle portate poi avanti anche dalle organizzazioni sindacali».
STOP BUS ALLE 21
Tra oggi e domani un'ordinanza dovrebbe intervenire sugli orari di apertura dei supermercati. L'ipotesi al centro della trattativa è un compromesso: i supermercati potrebbero chiudere alle 19.30, per consentire a chi ci lavora di tornare a casa con i mezzi pubblici entro le 21.
 

Ultimo aggiornamento: 10:17 © RIPRODUZIONE RISERVATA