Orari di ingresso degli uffici e delle scuole da scaglionare. Riapertura di alcuni negozi, quelli con merci non essenziali, soltanto una o due volte alla settimana. Corse dei bus e delle metropolitane da ripristinare per un'ora dopo le 21. La fase 2, quella che dovrà seguire la fine della pandemia, è ancora questione di settimane, forse di più. Ma dietro le quinte, e con tutte le cautele del caso, in Campidoglio stanno lavorando a un piano per la ripartenza. E l'obiettivo non è quello di riprendere tutte le attività della vita di un tempo come se nulla fosse accaduto, quanto evitare una ripresa caotica che possa generare caos e assembramenti, insostenibili perché potrebbero far sorgere recidive nei contagi.
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Nessuna comunicazione ufficiale è arrivata agli uffici. E dal Campidoglio dicono che «bisogna attendere le disposizioni del governo. Si deve essere molto cauti perché qui ne va del futuro delle prossime generazioni». Fatto sta che in raccordo con lo staff della sindaca si moltiplicano le discussioni e gli scambi di idee con i principali dipartimento dell'amministrazione capitolina per non trovarsi impreparati all'evento. Che deve verificarsi senza gli intoppi e i ritardi che Palazzo Senatorio ha registrato nella gestione della pandemia.
In quest'ottica la prima necessità, quando riapriranno molte attività e molti servizi, è evitare assembramenti. Da qui il progetto in verità portato avanti anche negli anni precedenti senza grandi risultati di scaglionare gli orari d'ingresso delle scuole, degli uffici pubblici e quelli privati (si continuerà a fare ricorso allo smart working), fino alle consegne delle merci che solitamente si accavallano tra le 8 e le 9 del mattino. Sul primo fronte, bisognerà confrontarsi con la direzione scolastica regionale, gli ex provveditorati, per il resto si dovrà trattare con associazioni di categorie e sindacati. Ma visto l'obiettivo evitare traffico automobilistico o l'assalto a bus e metropolitane - è facile ipotizzare che ognuna delle parti in causa si mostri più flessibile del dovuto. Altro nodo è quello del commercio, che eccezione fatta per gli alimentare ha visto crollare gli incassi tra l'80 e il 90 per cento nei mesi del lock-down. Le categorie da tempo chiedono l'esenzione dal pagamento dei tributi e guardano già per il prossimo futuro all'avvio di svendite senza i vincoli imposti dai vecchi saldi. Anche su questo fronte non si sta ragionando su una data della ripresa, ma di una regolazione delle aperture per evitare assembramenti. Il Campidoglio nelle scorse settimane ha polemizzato con le Regioni per la chiusura anticipata dei supermercati e ha emesso due circolari per vincere le ritrosie di alcuni Municipi a riattivare i mercati su sede impropria, all'aperto. Ma adesso sembra molto cauto su questo versante.
MERCI E ORARI
Riprendendo un'idea che circola anche al governo, si starebbe studiando la riapertura di negozi e di botteghe artigianali in base all'essenzialità dei prodotti offerti.