Non si arresta l’emergenza negli ospedali del Lazio.
L’ultimo ospedale della Capitale a chiudere i reparti per convertire i posti letto in Covid, è stato il Grassi di Ostia. Una misura necessaria per garantire il ricovero per altri 70 positivi. Così dallo scorso venerdì, sono state sospese le attività dei reparti di medicina e medicina generale. Una misura estrema in cui tutte le strutture ospedaliere sono ricorse per far fronte alla richiesta della Regione Lazio, di allargare la rete sanitaria di 5.300 posti letto. Dunque, all’ospedale Umberto I già dalla scorsa estate il reparto di ortopedia esegue gli interventi in una clinica privata. All’ospedale Vannini - al Casilino - dal 6 novembre per i 146 posti Covid sono stati chiusi chirurgia, traumatologia, ortopedia, ginecologia e cardiologia. Invece al Sandro Pertini sono stati accorpati i reparti di ortopedia e chirurgia per un totale di 20 posti. Una lista che si allunga ancora nella struttura di via dei Monti Tiburtini con i 38 letti di medicina diventati Covid, i 22 posti di osservazione breve intensiva e u 15 di “Week surgery”, per gli interventi chirurgici di bassa o media complessità. E poi al N.O.C. (Nuovo ospedale dei Castelli) di Ariccia, i 40 posti Covid sono di chirurgia e medicina. Con la terapia intensiva ora interamente dedicata ai soli positivi. Nuove “destinazioni” necessarie per coprire la crescente richiesta.