Si torna al voto e stavolta con la certezza di vedere eletto lunedì sera il nuovo sindaco di Roma.
Il rischio è quello di avere lunedì sera un nuovo sindaco eletto da meno della metà dei romani anche perché al ballottaggio - da sempre - la quota dei votanti si riduce per una somma di fattori. Non ci sono ad esempio più le preferenze per i consiglieri che andranno a formare, quale che sia poi il candidato vincente tra Roberto Gualtieri per il centrosinistra ed Enrico Michetti per il centro destra, il nuovo consiglio comunale. Inoltre scompare quella “galassia” di liste e candidati alla poltrona più alta di Palazzo Senatorio che comunque avevano richiamato gli elettori. Certo, restano sempre da designare anche i presidenti dei 15 Municipi che andranno tutti al ballottaggio ma cinque anni fa, in situazione analoga, quando i seggi furono riaperti dopo il primo turno l’affluenza passò dal 57% al 50,1%.
LO SCENARIO
Al primo turno il candidato del centro destra Michetti ha conquistato 334.548 preferenze pari al 30,1% mentre lo sfidante del centrosinistra Gualtieri ha raccolto 299.976 voti (il 27%) e ora c’è un “pacchetto” cospicuo di preferenze che chissà se e in che modo verrà ridistribuito. Si tratta dei voti totalizzati dalla sindaca uscente Virginia Raggi e da Carlo Calenda. In tutto si contano 431.814 preferenze (211.936 raccolte dalla Raggi e 219.878 da Calenda). Anche se l’ex premier Giuseppe Conte ha espressamente dichiarato di votare per Gualtieri, trainando così una parte del Movimento cinquestelle, la sindaca uscente non ha dato indicazioni di voto ed è molto probabile che l’entourage a lei più stretto diserterà le urne, visti anche gli ultimi post del marito Andrea Severini che giorni fa ha annunciato di non recarsi al voto.
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Anche Carlo Calenda non ha dato indicazioni ma le loro preferenze pesano. I seggi oggi si apriranno alle 7 per chiudersi poi alle 23, domani si potrà votare fino alle 15 e subito dopo inizierà lo spoglio. Al ballottaggio anche i comuni di Frascati, Marino e Bracciano. Le operazioni non dovrebbero subire interruzioni né dovrebbero esserci problemi sul fronte del Green pass considerata la deroga al certificato verde concessa dal Prefetto su indicazione del Viminale: né i presidenti di seggio né gli scrutatori né i rappresentanti di lista e gli elettori dovranno esibire la certificazione. Intanto ieri mentre a San Giovanni si chiudeva la manifestazione indetta dai sindacati confederali, a piazza del Popolo un gruppo di 40 persone di estrazione antagonista hanno inscenato un sit-in di protesta contro il Green pass. Rischiano tutti una denuncia per manifestazione non autorizzata.