L'ha conosciuta a un corso di canto. Approfittando della differenza di 40 anni d'età e delle fragilità psicologiche della ragazza, all'epoca minorenne, l'avrebbe convinta ad isolarsi dalla famiglia - controllandola a vista - per poi abusare di lei, persino all'interno del suo laboratorio di falegnameria. Per questo, ieri, un 57enne romano è stato rinviato a giudizio conl e accuse di violenza sessuale e detenzione di materiale pedopornografico. Il processo davanti al Tribunale di Roma inizierà il prossimo 19 settembre.
LA VICENDA
I fatti contestati risalgono all'estate del 2021.
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L'uomo, stando a quanto ricostruito dal pm Alessia Natale, avrebbe approfittato della «condizione di inferiorità psichica» della sedicenne, «della sua intensa labilità emotiva e dei suoi disturbi relazionali compatibili - si legge nel capo di imputazione - con sindrome da stress post traumatica conseguente a precedenti abusi sessuali denunciati».
IL RACCONTO DELLA MADRE
«Aveva costretto mia figlia ad isolarsi completamente da noi - racconta la madre della vittima - Quando tornava a casa si chiudeva nella sua cameretta e lui la controllava 24 ore su 24, con le videochiamate. Non usciva dalla stanza neppure per mangiare. Mi faceva lasciare il piatto con il pranzo o la cena fuori dalla porta. Era nelle sue mani. Questa storia è andata avanti per tutta l'estate del 2021, ci sono voluti tre mesi prima che ci raccontasse la verità». Lo ha confermato anche il nonno materno: «L'aveva plagiata, giocando sulle fragilità emotive di mia nipote. E poi dai suoi profili social ho notato che ha tra le amicizie tante ragazzine. Ma che può avere in comune un uomo della sua età con delle minorenni?».
LE FOTO OSÉ
Durante una perquisizione fatta dalla polizia il 26 marzo dell'anno scorso, la polizia ha trovato sul cellulare del 57enne una foto delle natiche di Olivia e un'altra in cui era ritratta nuda in una posizione sessuale. Da qui la contestazione di detenzione di materiale pedopornografico, oltre a quella di violenza sessuale aggravata, che lo ha portato a processo. Anche se l'uomo, durante l'udienza preliminare, si è difeso dicendo: «Quelle foto ritraevano la mia compagna». Poi ha aggiunto, a proposito dei quattro abusi contestati: «Io non l'ho toccata, l'ho solo aiutata. Quella sera della cena di fine corso è venuta a sedersi a fianco a me: mi ha parlato della sua infanzia difficile e di una violenza sessuale che aveva subito mesi prima. Poi ha iniziato a scrivermi un crescendo di messaggi, ma non ho mai avuto rapporti sessuali con lei». Il giudice dell'udienza preliminare, però, non ha creduto alla versione dell'imputato e ha deciso per il suo rinvio a giudizio. La prima udienza è fissata fra sei mesi.